A caccia di diamanti nella Chapada Diamantina

Brasil - 2 aprile 2007

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Salutato a fatica il mare ci siamo spostati verso l´interno dello stato di Bahia e precisamente a Lencois, nel parco nazionale della Chapada Diamantina e devo dire che non ci siamo assolutamente pentiti della scelta. L`immenso territorio della Chapada Diamantina e´stato trasformato di recente in parco nazionale, prima per anni, e´stato il luogo di lavoro di migliaia di minatori alla ricerca dei preziosi diamanti. Il parco e´ caratterizzato da fiumi, cascate e grossi canyon naturali ricchi di pietre preziose, come si trovano in Africa, terra da cui il Brasile si e´distaccato con la deriva dei continenti. Oltre ai canyon naturali oggi si vedono migliaia di altri piccoli canyon letteralmente scavati a mano dai minatori e migliaia di grotte dove i lavoratori dormivano la notte.
Vi svelo subito che, nonostante pare che ancora qualche diamante si possa trovare, noi non siamo stati cosí fortunati, ma se non abbiamo trovato pietre preziose vi assicuro che un pezzo di Paradiso crediamo proprio di averlo raggiunto.

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Bahia!

Brasil - 2 aprile 2007

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Ed eccoci arrivati in Bahia! La terra dove geografia e storia sono unite piu´che mai e hanno lasciato fortissime radici africane. Qui, prima della deriva dei continenti, si trovava l´Africa e la storia ha voluto che di africani si ripopolasse per colpa della schiavitu´. Da allora in Bahia son ben visibili i tratti somatici tipici africani, con il solito miscuglio di etnie che ha generato uno dei popoli piu´belli al mondo; si sentono le radici africane nei riti religiosi ancora presenti del Candomble´; nella capoeira (per chi ancora non lo sapesse la capoeria e´ stata creata proprio dagli schiavi africani che per ribellarsi al padrone bianco inventarono questa arte marziale nascondendola sotto le sembianze di una danza) e nei meravigliosi e numerosissimi piatti tipici della cucina Bahiana con molte influenze proprie della cucina africana. Purtroppo non siamo riusciti a sperimentare proprio tutto, ma possiamo dirvi che la nostra giornata tipica inizia con un buonissimo Acai, un frutto di origine Amazzonica che viene servito frullato con del ghiaccio e con sopra banana e granola, oltre ad essere molto fresco (e qui di frescura c´e´assoluto bisogno) pare sia anche ricco di fibre e ideale per cominciare la giornata.

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Bem-vindos in Brasil!

Brasil - 23 marzo 2007

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E ora di rimettersi in marcia!
Dopo essere rimasti a Rio ancora un giorno per andare a vedere la lezione di capoeira del gruppo Senzala (mio vecchio gruppo di Torino) in compagnia di Sapeca, amica capoerista ormai in Brasile da due anni (vedete c´e´ chi e´peggio di noi :-)) siamo diretti nuovamente verso il mare.
Prossima tappa Itacare´, paesino di surfisti nello stato di Bahia.
Ore di autobus previste: 23.
Ore di autobus realizzate: 30!!!
E dico 30 ore!!!
“Solo” 8 ore di ritardo!!! Come dire bem-vindos in Brasil e tanti saluti ai pulman argentini che vi avevamo piacevolmente descritto con sedili recrinabili, comida a bordo e film a tutte le ore. Certo che per fare otto ore di ritardo comunque ce ne vuole, ma contando che ad un quarto d´ora da Rio il pulman ha subito un guasto e siamo stati fermi due ore in una specie di autogrill circondati da favelas in attesa del meccanico, forse avremmo dovuto capire come sarebbe proseguito il viaggio. Il pulman aveva una temperatura confortevole che si aggirava intorno ai 20 gradi di notte e ai 30 di giorno con una media di un bambino ogni quattro passeggeri, fate un po´voi quindi il totale di pannollini maleodoranti che si aggiravano sul mezzo ;-). Dopo circa sedici ore di viaggio, nel nulla del nulla dell´entroterra brasiliano, sentiamo di colpo un botto fortissimo e dopo i primi attimi di paralisi ci ritroviamo a bordo strada con la gomma forata. Segue pausa per cambio gomma, realizzata dai passeggeri, sotto un sole a dir poco cocente.  Che dire ancora, i tuk tuk in Thailandia avevano meno problemi ed erano piu´confortevoli ;-)

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Ps: un saluto a Kiffa ritrovato sul blog e complimenti alla mia mamma reporter, l´unica che mi ha informata che Tim Burton prendera´il leone d´oro alla carriera. Va beh che siamo dall`altra parte del mondo, ma le belle notizie vanno festeggiate anche qua e, a proposito di festeggiamenti, ora andiamo a scassarci di pesce per festeggiare il trentunenne!

 

Maracana’

Brasil - 23 marzo 2007

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Dopo aver visitato la culla di Diego a Buenos Aires, qui a Rio de Janeiro non potevamo mancare di passare una domenica sera nella torcida brasilera che affolla ogni settimana il tempio del calcio della nazione: il Maracana’!
Rispetto alla Bombonera qui le dimensioni sono decisamente diverse. Lo stadio puo’ ospitare fino a 100.000 persone, ma pare che per eventi inolvidabili (come l’ultima partita di Pele’) ci siano accalcati 200.000 tifosi.
Oggi si gioca Botafogo – Fluminense, uno dei derby cittadini. Arriviamo un’ora prima e la calca alle biglietterie e’ indescrivibile. Ma tutt’attorno c’e’ un mare di gente che beve birra e stuzzica alle bancarelle, tra urla e canti dei tifosi. Dopo un po’ di delirio riusciamo a prendere i biglietti ed entrare. Emozionante!
Lo stadio e’ grande, tanto, ma le gradinate arrivano direttamente sul campo e quindi tutto sembra ravvicinato. In piu’ non vi sono barriere verso il campo e non si capisce come sia possibile che non ci sia un’invasione ad ogni partita.
Purtroppo l’evento richiama “solo” 60.000 persone e quindi non vediamo lo stadio pieno, ma l’energia trascinante delle due tifoserie si fa sentire.
Prendiamo posto vicino al campo, per caso, nel settore del Botafogo.
E il Botafogo vince! Dopo aver rischiato con un rigore parato dal mitico portiere Julio Cesar, nel secondo tempo vanno in vantaggio e la torcida esplode.
Fantastico essere li’, anche per dei profani del calcio come noi. Chissa’ come deve essere
quando gioca il Brasile.

spettatore  

 

 PS: Ci scusiamo per i problemi tecnici non dovuti a noi. Speriamo che le foto possano ritornare presto on-line con gli aggiornamenti dalla curva del Maracana´.

Il fascino della Ilha Grande

Brasil - 19 marzo 2007

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N.B: il seguente post non e’ consigliabile ai particolarmenti invidiosi del nostro viaggio o a chi si e’ appena seduto alla scrivania di lunedi’ mattina :-)

Arrivati nel grande Brasile. L’arrivo a Rio de Janeiro e’ stato breve e poco documentato, dovete scusarci ma capirete che girare con una 400D per le strade di Rio non e’ esattamente la cosa piu’ saggia da fare. In molti ci avevano consigliato di saltare Rio, ma come in Italia tutte le strade portano a Roma, alla fine ci siamo, come dire, capitati. Pero’ vi assicuro che la vista del Cristo Redentore sulla cima del Corcovado a me personalmente ha lasciato i brividi, sara’ il ricordo delle tante immagini cinematografiche che ho associato immediatamente. E poi Rio vista da Copacabana, non si puo’ sicuramente giudicare una bella citta’, magnifico lo spiaggione,  ma con tutti quei palazzacci dietro…pero’ la vista dal famoso Pao de Azucar la rende unica al mondo. Una citta’ che si e’ letteralmente fatta spazio in mezzo a colline verdeggianti che spuntano tra i vari quartieri come dei panettoni.

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Adios Argentina!

Argentina - 11 marzo 2007

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Eh si`perche`,con gia`un po`di malinconia addosso, ci apprestiamo a salutare la tanto amata  Argentina. Dopo aver rinunciato con grande difficolta’ (si`lo sappiamo che li`da voi le difficolta`quotidiane sono ben altre) a visitare il Chile e l’Argentina del Nord ora stiamo per partire alla volta del Brasile. Purtroppo in 7 mesi non possiamo pensare di vedere tutto, ma proprio tutto il Sud America, diciamo che almeno una buona parte pero`si`e per l’altra parte, vorra’ dire che ci tocchera’ ritornare ;-) . Dopo aver visitato la bella e cordiale Mendoza, che un po’ per dimensioni ci ha ricordato Torino e per degustazioni enologiche le Langhe, siamo saliti su un pulman di 32 ore che ci ha portati a Puerto Iguazu`. Appena arrivati, tempo di trovare una stanza, abbiamo deciso di visitare subito il parco con le cascate omonime, giusto per sgranchirsi un po’ le gambe. Diciamo che l’Unesco difficilmente sbaglia a classificare le bellezze del mondo e le catarratte di Iguazu`sono una vera e propria potenza della natura. Uno di quei luoghi, dove, turisti a parte, rimarresti ore in contemplazione di masse d’acqua che si scagliano con veemenza rinfrescandoti con i loro spruzzi dalla calura del sole. E con quest’ultima bell’immagine in mente domani, salutando i comfort argentini, prendiamo il bus in direzione di Rio de Janeiro dove ci aspettano Sapeca, amica capoerista, e le spiagge del Brasil!!!
giardino zen

Un rifugio, un lago e l’eclissi di luna…

Argentina - 8 marzo 2007

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Cosa volere di piu’?!?!? ….Bariloche, cittadina di montagna nella regione dei sette laghi in Argentina. Paesino carino noto per la cioccolata, la possibilita’ di fare splendide camminate tra laghi e montagna e …la vita notturna. Ora lo so che nessuno di voi ci stara’ credendo, ma noi abbiamo optato per… le camminate in montagna, rinunciando alla movida serale per andarci a godere l’eclisse di luna in un paesaggio da Le mille e una notte.
Abbiamo cosi’ effettuato l’ennesimo trekking, rendendoci conto di quanto diversi e splendidi (nonostante un po’ di vertigini ;-( ) possono essere gli scenari di montagna. Questa volta pero’, memori del freddo delle altre escursioni, abbiamo optato per le notti in rifugio. Casette di legno in riva a lagune cristalline, con cielo stellato e … un massaggio shiatsu in riva al lago!Eh si’ perche’ in questa nostra camminata abbiamo conosciuto, non per caso, Maurizio e Nicoletta, della provincia di Rimini, con cui abbiamo condiviso fatica, vertigini, pasta e barrette di cioccolata e tante belle chiacchiere sull’amato Messico e altri viaggi e sui molti interessi in comune. Maurizio, per tornare allo Shiatsu, sta studiando per diventarne maestro e dovendo tenersi in allenamento aveva bisogno di “cavie” per i suoi massaggi. Pertanto, soltanto per senso del dovere nei confronti di un nuovo amico ;-), mi sono sottoposta al “trattamento” nello splendido scenario appena raggiunto. E la sera dopo, per concludere come nel finale delle migliori favole, abbiamo ammirato la luna sbucare dalle montagne ed eclissarsi davanti ai nostri occhi.

eclissi el refugio jakob shiatsu

L’uomo senza volto

Argentina - 8 marzo 2007

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ATTENZIONE ATTENZIONE: a Ushuaia, grazie all’aiuto dei nostri reporter romani, abbiamo segnalato la presenza di una probabile spia russa celata sotto l’identita’ di Uomo senza volto. L’uomo, apparentemente innocuo, ha la capacita’ di essere omnipresente ovunque andiate, se vi capitasse di incontrarlo mandate una mail a info@nulluomosenzavolto.it ;-)

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Por la carretera…

Argentina, Chile - 8 marzo 2007

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Avremmo tanto voluto avere un coche per affrontare le strade di queste terre, ma per banali motivi economici non e’ stato possibile. Tutto cio’ pero’ non ha attenuato la nostra voglia di “on the road” e quindi non appena abbiamo scoperto che qui in Patagonia ci sono due strade culto, abbiamo subito cercato il modo di percorrerle. Come sempre tra Argentina e Chile.
La prima e’ la Ruta 40: percorre tutta l’Argentina dai confini della Terra del Fuoco ai limiti della Bolivia, passando sul fianco ovest della cordigliera; ma in piena Patagonia, tra El Calafate e la citta’ di Perito Moreno, la Ruta Nacional e’ semplicemente una strada di terra battuta ricoperta di pietrisco che attraversa le immense distese di steppa e nulla che caratterizzano queste terre. Per affrontare questo tratto decidiamo di affidarci a un pullman che ci portera’ a destinazione in sole 13 ore diurne.
Por la ruta

Per km e km il paesaggio e’ quello noto, accentuato maggiormente dall’assenza di altri veicoli e dalle condizioni dell’asfalto. Ogni tanto la vista di qualche mucca o pecora ci ricorda che cio’ che sembra terra di nessuno e’ in realta’ l’insieme di immense tenute, le estancias. (stiamo scomprendo molte cose su questi possedimenti, in un prossimo post vi faremo sapere). Il bus si ferma in una di queste convertita in punto di ristoro per chi viaggia: la signora ha appena sfornato un paio di invitanti torte salate a base di verdura y queso. Fuori, attorno alla casetta bianca con gli infissi rossi, tre guanachi trottano rapidi rincorsi dai due cani che proteggono il posto. Un paio di biker risalgono sulle loro moto. E poi vento. Quando ripartiamo la signora ci saluta dall’uscio muovendo la mano sorridendo e noi pure.

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Patagonia: terra di Chile e Argentina

Argentina, Chile - 1 marzo 2007

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E con oggi abbiamo terminato la Patagonia: terra di Chile e Argentina. Anche se so che questa affermazione potrebbe urtare gli animi di alcuni argentini y tambien quelli di alcuni cileni, a me piace definirla cosi’. Mi piace immaginarmela come un unico territorio senza frontiere, unito dalla medesima incredibile natura.
E i nostri 12 timbri sul passaporto credo rendano bene l’idea, per poter visitare al meglio questa terra, l’unico modo e’ saltellare da una frontiera all’altra, da un valico all’altro della Cordigliera Andina, dalla Routa40 alla Carretera Austral.
Ma l’attraversamento di confine piu’ singolare rimane senz’altro quello effettuato da Puerto Natales a Rio Turbio nel Sud dell’Argentina. Con il nostro solito pollice alzato veniamo raccattati da due simpatici ragazzi cileni diretti al di la’ della frontiera (16km) per andare a fare benzina prima di partire per le vacanze. Il prezzo della gasolina in Argentina e’ di tre volte inferiore a quello cileno, pertanto i due ragazzi, con una spia del serbatoio piu’ in rosso che nella macchina di Bota, tentavano di arrivare al primo benzinaio al di la’ della frontiera per poi rientrare in Chile subito dopo.
Superate le solite pratiche doganali e ringraziando per la strada in discesa, arriviamo al benzinaio di Rio Turbio dove, al ritmo della “Gasolina” (e quale altra canzone poteva esserci in un benzinaio?!??) facciamo il pieno saltellando come quattro rapper di un video Hip-Hop americano per far entrare ogni minima goccia possibile del prezioso oro nero.

E questo e’ il cartello fotografato sorpassata la frontiera:

Las Malvinas