Mozambico

A piccoli passi…

Mozambico - 26 agosto 2009

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“Esistono vari modi di viaggiare. La maggior parte della gente, le statistiche parlano addirittura del novantacinque per cento, parte per riposarsi. Vuole scendere in alberghi di lusso in riva al mare e mangiare bene, non importa se alle Canarie o alle Fiji. I giovani compiono viaggi di tipo agonistico, come cimentarsi nell’attraversamento dell’Africa da nord a sud, o navigare sul Danubio in kajak. Non si interessano alla gente incontrata per strada: il loro scopo è di mettersi alla prova, la soddisfazione di superare le difficoltà.”
(Ryszard Kapucinski “Autoritratto di un reporter”).

Io non mi sento in fondo così riposata, soprattutto se ripenso alle partenze dei chapa alle quattro di mattina, nè mi sento di aver compiuto una grande impresa. Mi sento semplicemente arricchita di una nuova esperienza, “riempita” dalle risate delle persone, dai sorrisi dei bambini, dalla bellezza dei paesaggi incontaminati e dalla semplicità dei villaggi.
Sento di aver iniziato lentamente, a piccoli passi, come abbiamo imparato a fare, a conoscere un continente così diverso dal nostro, dalle cui persone, dal cui modo di vivere, di rapportarsi con gli altri, di sorridere, secondo me, abbiamo molto da imparare anche noi.

Buone visioni!

Il fascino della decadenza

Mozambico - 10 agosto 2009

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Ed eccoci arrivati a nord. Un volo interno per non bruciarsi troppi giorni di viaggio e poi i primi leeeenti spostamenti coi “chapa”. Truck sgangherati con  le giunture al limite della rottura, carichi allínverosimile di uomini,bambini, sacchi di riso, manioca, arachidi e a volte qualche pollo o capretta a tenerci compagnia.
Mentre sobbalziamo sulle improvvisate panche di legno osserviamo il paesaggio che scorre davanti a noi al chiarore dell’alba.
Rimpiangiamo l’efficienza dei trasporti di altri paesi visitati, qui le partenze sono una volta al giorno tra le 4 e le 5 del mattino. Alle 4 saliamo per accaparrarci il posto a sedere e poi si inizia il girotondo nel paese in attesa di raggiungere la capienza massima, solitamente strabordante, del mezzo.
Ammiriamo i baobab giganti che abbelliscono il paesaggio secco e polveroso e i remoti villaggi di terra e paglia. Con un’ora di barca tra mangrovie e acque turchesi raggiungiamo la Ilha de Ibo nell’arcipelago de las Quirimbas.
Mi riesce difficile descrivere il fascino di Ibo, penso sia uno di quei luoghi di cui o ti innamori o ti trasmette poco. Noi ce ne siamo subito innamorati. L’atmosfera magica dell’isola, la cordialita’ degli abitanti, i sorrisi dei bambini che ridono per qualsiasi cosa, la sensazione di pace e sicurezza e il fascino della decadenza dei vecchi palazzi portoghesi oggi ridotti in rovina e mangiati da imponenti alberi.
Ibo sta cambiando molto rapidamente come ci raccontano i primi stranieri venuti a vivere qui gia’ da una decina di anni. La corrente elettrica arrivera’ a breve a sconvolgere la quiete dell’isola. Alcuni palazzi iniziano ad essere restaurati mentre gli isolani continuano, come sempre, ad abitare nelle loro capanne ai margini dell’isola. Io me la ricordero’ cosi’ come un’isola fantasma, ricca di storia, rivelataci in tutto il suo splendore nella notte di luna piena.

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Quattro su cinque

Mozambico, Sud Africa - 30 luglio 2009

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Quattro su cinque, non e’ una nuova pubblicita’ degli ovetti Kinder, ma sono i quattro animali su cinque dei cosidetti “Big Five” che abbiamo visto nel nostro safari al Kruger Park, in Sud Africa.
Dopo una ventina di ore di viaggio, con scalo in Qatar e piacevole incontro di amici torinesi all’aereoporto di Doha (per la serie com’e’ piccolo il mondo), siamo atterati a Johannesburg.
Presa dimestichezza con la guida a sinistra, un po’ spaesati per questo arrivo in un’Africa che non sembra cosi’ tanto Africa, ci siam diretti verso il nostro bellissimo lodge (grazie cugi!!) con vista sul Kruger Park.
Rinoceronti, bufali, elefanti (non “piccoli” come quelli indiani, giganti!) e leoni! Abbiamo mancato solo il leopardo, dei cinque big, animale notturno molto difficile da individuare.
E poi impala (specie di antilopi), giraffe, facoceri (quelli di Hakuna Matata), pitoni di quattro metri, aquile, babbuini, scimmie dai genitali blu, zebre e tanti altri animali affascinanti dai nomi strani e mai sentiti prima.
Impariamo che le scimmie hanno i genitali colorati perche’ sono l’unico animale che vede i colori come gli esseri umani. Che non esiste una zebra uguale all’altra, stanno sempre in branco cosi’ da creare un effetto ottico all’arrivo dei predatori che non riescono a distinguerle singolarmente. Che, strano a dirsi, l’ippopotamo e’ l’animale che miete il maggior numero di vittime umane in Africa…e molto altro ancora.  Mentre giriamo con la nostra guida sulla jeep scoperta osserviamo man mano i vari animali che, incuranti delle macchine con cui sono cresciuti, ogni tanto ci attraversano la strada. Osserviamo estasiati una leonessa che attraversa proprio davanti a noi portando in bocca i propri cuccioli bellissimi.
Tutto sembra apparentemente tranquillo, gli animali convivono pacificamente a poca distanza gli uni dagli altri. Ma e’ una calma solo apparente.
Ce ne rendiamo conto quando avvistiamo il leone e in pochi secondi percepiamo la tensione crescere nell’aria. Gli impala iniziano a correre all’impazzata scivolando davanti a noi sul liscio asfalto, il leone che scatta in cerca della preda….questa volta non e’ riuscito nel suo intento.
Noi rimaniamo immobili e elettrizzati consapevoli che la natura fara’ il suo corso, incurante delle automobili e dei turisti in cerca dello scatto migliore.

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