Kamachikuq Inkacha

Peru' - 9 maggio 2007

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E Cusco non esito a definirla una delle citta’ piu’ belle al mondo (almeno della parte vista da noi ;-) ). Con le sue case coloniali, alcune con ancora ben visibili le antiche mura Inca, con i suoi balconi di legno colorati, le stradine ciottolate con le casette bianche che ricordano alcuni villaggi del Sud Italia, la splendida Plaza de Armas… E’ stata una scoperta veramente piacevole. E poi la vita notturna, da fare invidia alla nostra Torino (non musicalmente ovviamente), un diversivo piacevole dalla calma vita delle altre citta’ sudamericane. E infine i locali che trasmettono tutte le ultime novita’ cinematografiche in cambio di una semplice consumazione, una vera manna per noi e per Giorgio, ragazzo di Fossombrone che si e’ unito per una parte del nostro viaggio, e che e’ un vero maniaco di cinema. Non a caso molti stranieri decidono di trasferirsi qui a vivere, ma tranquilli per me farebbe troppo freddo ;-)
A Cusco ho anche trovato una vera perla per la mia collezione de “Il Piccolo Principe” dal mondo. La versione in Quechua:”Kamachikuq Inkacha”!
E dopo qualche piacevole giorno a girovagare per la citta’ estasiati solo nel camminare per le viuzze per la bellezza che la contraddistingue, abbiamo deciso di affrontare il Machu Picchu. Ci siamo organizzati per andare a dormire una notte nel vicino paese di Aguas Calientes in modo da poterci svegliare prima dell’alba e poter ammirare le rovine prima dell’arrivo degli Unni ;-). E la levataccia e’ veramente valsa la pena. Ero curiosa di vedere se mi avrebbe cosi’ tanto emozionata la vista di un sito di cui si vedono foto ovunque, ma credetemi, dal vivo ti lascia senza fiato (forse anche perche’ ci siamo fatti 1 ora di scalini in salita alle cinque del mattino per arrivare alla cima!). La posizione e’ unica al mondo, ti chiedi veramente come facessero a costruire in cima alle montagne in quel modo, la vista dall’alto e’ impressionante e potersela godere con tranquillita’ nelle prime ore mattutine ci ha, come dire, “riempiti”.
Unico neo, bisogna dirlo, e’ uno dei siti piu’ cari al mondo da visitare, pero’ ne e’ valsa la spesa. E oltre a Machu Picchu, nei dintorni di Cusco, si possono ammirare numerosi altri splendidi siti Inca situati in una splendida “Valle Sagrado”.
Ora ci concediamo un’ultima serata in citta’ e poi domani ci rimettiamo in cammino verso uno dei grandi misteri della storia: le linee di Nazca. Uno dei posti che ho sempre voluto visitare, da quando ho visto le foto del viaggio dei miei di dieci anni fa, speriamo solo di non patire troppo il volo aereo ;-(
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Sulle tracce degli Inca

Peru' - 4 maggio 2007

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Gli ultimi giorni in Bolivia li abbiamo trascorsi sulla rilassante Isla del Sol sul lago Titicaca. Sull’isola, sacra agli Inca, abbiamo ammirato le rovine di alcuni templi e la roccia sacra da cui, secondo la leggenda Inca, ha avuto origine il Sole. L’isola non e’ ancora stata invasa dal turismo di massa, e’ molto caratteristica coi sui piccoli villaggi di pescatori, i bambini che si offrono come guida per le rovine e la lingua parlata e’ l’Aymara di cui siamo riusciti ad imparare qualche parola.
E dopo l’isola del Sol continua la nostra “caccia” agli Inca per  cui siamo sconfinati in Peru’. Prima tappa la citta’ bianca coloniale di Arequipa (dopo Sucre in Bolivia, Dubrovnik in Croazia, ma quante citta’ bianche ci sono al mondo?!?). Ci colpisce subito il ritorno alla modernita’, gli ostelli “di lusso”, i supermercati, i locali notturni, la gente molto piu’ predisposta al turismo. E a proposito di turismo, nel visitare l’enorme e splendido monastero di Santa Caterina, abbiamo incontrato la troupe di “Turisti per caso”. Lei si e’ rivelata decisamente antipatica, per fortuna i cameraman erano piu’ socievoli e abbiamo scambiato qualche chiacchiera con loro.

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Ancora trekking

Bolivia - 2 maggio 2007

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Dopo sole 24 ore di La Paz avevamo gia’ deciso di abbandonare il caos della città … non ci siamo più abituati.
Nonostante ciò, la capitale è comunque affascinante: abbarbicata sulle pendici di un grande canyon che sembra aprire in due l’altipiano boliviano, stordisce con il suo disordine, nei mille mercati improvvisati in ogni via in cui puoi trovare dalla paccottiglia tecnologica a meraviglioso artigianato locale.
Così abbiamo deciso di spostarci e ci sembrava che la cittadina di Coroico, situata nella Yunga tropicale a pochi chilometri da La Paz, facesse al caso nostro.
Per andare da La Paz a Coroico ci sono due opzioni: la prima è percorrere la cosidetta Strada della Morte, una discesa mozzafiato che in soli 80 Km scende di 3.000 metri di altitudine. La media e’ di 100 incidenti all’anno, a testimonianza dai dirupi si possono vedere le carcasse dei pullman caduti. L’offerta standard per i Gringo è quella di percorrere la strada su mountain bike ipertecnologiche buttandosi a capofitto sulla stretta carettera, ma noi abbiamo scelto la seconda opzione: il camino inca del Choro.
Tre giorni di trekking durante i quali si scende dai 4.800 metri della Cumbre ai 1.300 metri della Yunga, percorrendo un antico sentiero costruito e utilizzato dagli Inca prima della Conquista. È estremamente affascinante perchè si ha la possibilità di passare dalla cima della cordigliera innevata al caldo tropicale della giungla. Era anche il primo trekking a queste altezze e il primo giorno i polmoni ce lo hanno fatto presente.
Nei tre giorni si “scende” attraversando paesini remoti costituiti da quattro case solo in pietra dove capita che i bambini per andare a scuola debbano percorrere ogni giorno due ore del cammino.

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Come ci si sente

Bolivia - 28 aprile 2007

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Prima di partire molti di voi ci chiedevano come ci sentiva all’idea di viaggiare per un anno intorno al mondo. Noi non avevamo la risposta, era difficile anche per noi renderci conto che finalmente lo stavamo facendo! Ora son passati tre mesi e forse possiamo provare a rispondere. E’ strano, tutti e due, per la prima volta, ci sentiamo come se stessimo viaggiando da molto piu’ tempo, per la prima volta non guardiamo il calendario ogni minuto temendo lo scadere delle canoniche due/tre settimane. Probabilmente la naturalita’ del nostro viaggiare, il fatto che in tre mesi abbiamo girato mezzo Sud America, ci fa pensare di essere in viaggio da piu’ tempo. Ovviamente certe cose iniziano a mancare: la famiglia, le birre con gli amici, la pizza delle Rondini, le orecchiette e gli gnocchi delle nonne, la festa per i trentanni di Bota, la musica rock, il poter buttare la cartaigenica nella tazza (ci ho messo due mesi a perdere l’abitudine!), le lenzuola non usurate … pero’ non avete idea, o forse un po’ questo blog la da’, di quanto siamo appagati! Di quanto vedere posti come il mare bianco, la cascata della chapada diamantina, tutte le bellezze naturali ma anche, e soprattutto, la quotidianita’ del nostro viaggio, la gente dei mercati e i nuovi amici viaggiatori, le diverse culture di un paese cosi’ vario e colorato ci diano ogni giorno l’adrenalina e la curiosita’ di andare avanti paese dopo paese. E visto che ogni tanto Torino manca, l’altro giorno ci siamo concessi un attimo di torinesita’. Era lunedi’ sera, eravamo a La Paz, e, come tutti i lunedi’ torinesi, siamo andati al cinema e dopo ci siamo mangiati un kebab che purtroppo non si avvicinava minimamente a quello delizioso di Via Berthollet. 
Nella neutralita’ della sala cinematografica, potere della celluloide ;-), ci siamo sentiti per un attimo di nuovo a Torino ed e’ stato strano, all’uscita, ritrovarsi nella caotica La Paz.  

Il mare bianco

Bolivia - 21 aprile 2007

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Sempre di piu’ ci rendiamo conto di come il Sud America contenga, in un unico continente, tutte le bellezze che la natura puo’ offrire. Dalle splendide montagne, agli immensi ghiacciai, al mare caraibico, alla foresta amazzonica, alle piu’ svariate specie di animali, ai vulcani, alle imponenti rovine di antiche civilta’, alle citta’ coloniali, alle affascinanti cascate e al Salar de Uyuni che con i suoi 12.000 kmq e`la piu`grande distesa salata del mondo.
Credo che le foto in questo, come in molti casi, rendano meglio delle parole. E’ incredibile la sensazione di galleggiare per ore su una distesa di mare bianco dove le montagne si intravedono in lontananza come immagini sfocate da un miraggio accompagnati, per una volta, dalla nostra musica: radiohead, the doors, nina simone….
Sono stati tre giorni splendidi in compagnia di Maurizio e Nicoletta con cui abbiamo consolidato una bellissima amicizia ammirando l’alba nel Salar tinto di rosa, il paesaggio desertico a 5000 metri di altitudine, le lagune, i geyser… condividendo emozioni, musica, racconti di viaggio, pensieri per il futuro, partite a carte, riso e minestrone, reiki e massaggi shiatsu.
Il nostro viaggio pero’ deve continuare, mentre loro ritornano verso l’Argentina noi siamo in attesa di prendere il prossimo pulman che ci portera’ a La Paz dove ci scontreremo con la grande metropoli dopo questi giorni immersi nel deserto.

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Quota 4.050

Bolivia - 18 aprile 2007

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Potosi’ con i suoi 4.050 metri di altitudine e’ la citta’ piu’ alta del mondo e negli anni d’oro, o meglio d’argento, della sua storia, intorno al 1600, e’ stata, dopo Napoli, la citta’ piu’ popolata del mondo.
Potosi’ nasce infatti nel 1546 come citta’ mineraria con un cerro ricco di argento che l’ha resa una delle citta’ piu’ ricche al mondo, ma che ne ha caratterizzato la triste storia.
Arrivati in citta’ dopo aver attraversato un panorama con altipiani meravigliosi a 4000 metri di altitudine, abbiamo subito respirato, dopo pochi passi, la sensazione di camminare a queste altezze. Diciamo che non e’ un posto dove consiglierei di andare a correre ;-)
A Potosi’ siamo stati ospitati, tramite hospitality club, da Emmanuel, un ragazzo francese che sta lavorando per un anno come educatore volontario per un progetto di insegnamento di grammatica e aritmetica,tramite il gioco, rivolto ai figli dei minatori.

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Stile!

Bolivia - 18 aprile 2007

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E a Sucre ci siamo proprio rilassati. La citta’ e’ molto carina, stradine con vecchi palazzi coloniali che rimandano ad antichi splendori e che ora sono stati ben restaurati e direi, piu’ che giustamente, hanno fatto si’ che il prossimo anno Sucre rientri tra i patrimoni Unesco. Inoltre la citta’ puo’ vantare il parco cretacico piu’ grande al mondo, una montagna su cui si possono osservare 5000 orme di dinosauri!!! Anni anni e anni orsono, infatti, la citta’ era un immenso lago popolato da numerose specie di dinosauri, ora riprodotti in un piccolo e interessante Jurassic Park.
E visto che dovevamo riprenderci dai nostri ultimi spostamenti abbiamo deciso di concederci una camera (a 5 euro a testa) in un ostello che mai pensavamo di poter trovare qui in Bolivia. Giudicate un po’ voi se non e’ stile questo nell’arredare un piccolo hostel:  

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I mondovisionari sbarcano in Bolivia

Bolivia - 12 aprile 2007

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Strana sensazione dopo mesi di pulman il salire su un treno, stupisce il trovare una rete ferroviaria nel paese piu’ povero del Sud America. Siamo sopravvisuti alle 20 ore sul treno della morte ad una velocita’ standard di 40 chilometri orari e arrivati a Santa Cruz ci siamo sgranchiti le gambe qualche oretta in centro in attesa di prendere il pulman notturno per Sucre. Passeggiando alla ricerca di farmacie per acquistare qualcosa per il mal d’altitudine (tra un po’ si iniziera’ a salire parecchio) e a caccia di libri sulla storia locale, ci siamo imbattuti in uno splendido mercato di quelli che ci fanno letteralmente impazzire. Mille bancarelle, saloni di bellezza, ma soprattutto una parte al coperto con tanti banchetti dove assaggiare le specialita’ locali e dove abbiamo comprato delle ottime empandas (calzoni di pasta sfoglia fritti o al forno ripieni di pollo, verdure e formaggio SLURP!).

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Pasqua in Pantanal

Brasil - 9 aprile 2007

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Salutata Bahia abbiamo raggiunto la regione del Pantanal, una zona del Brasile grande quasi quanto la Francia che, come dedurrete dal nome, per molta parte dell’anno e’ un gran pantano! Abbiamo deciso, per accorciare i tempi e visto i costi praticamente uguali, di evitarci tre giorni di pulman e di concederci il primo aereo per attraversare mezzo Brasile. E devo dire che e’ stato abbastanza strano ritrovare i comfort di un aereoporto e rivedere la gente in giacca, cravatta e portatile alla mano nello scalo effettuato a San Paolo. Il Pantanal ci e’ stato consigliato da parecchi amici, qui pare si possano vedere una miriade di animali con molta facilita`a differenza dell`Amazzonia dove si nascondo nell’intricata foresta. Ed effettivamente di animali ne abbiamo visti parecchi! La prima tappa e’ stato il paesino di Bonito, famoso per le acque dei suoi fiumi ricche di calcare e per questo letteralmente trasparenti. E’ stato impressionante fare il bagno. Immaginate di tuffarvi in un acquario e di trovarvi a nuotare faccia a faccia con numerosi pescioni…solo una volta in acqua ci siamo resi conto di quanto normalmente si abbia una visione sfalsata dalla luce e dal fondale quando ci si immerge in mare, qui sembrava che l’acqua non ci fosse proprio e ¡ pesci, di dimensioni notevoli, nuotavano tranquilli a fianco a noi come se niente fosse. IMG_2533

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… e finalmente festival!

Brasil - 4 aprile 2007

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Dopo esserci sorbiti musica sudamericana per piú di due mesi, dopo essere arrivati in Brasile dove la musica che abbiamo ascoltato per strada finora é stata solo Forro´( e chi non sa cos´é non si perde nulla credeteci) e rock nacional, finalmente le radici africane di Bahia dettano legge e qui si ascolta ovunque REGGAE!
E soprattutto dopo aver letto il commento di Davidi sui concerti di Torino (grazie degli aggiornamenti) e parecchie mail di Diego con i suoi concerti quasi quotidiani a Sidney (non cito neanche i gruppi perche´praticamente son tutti i migliori al mondo)  finalmente anche noi possiamo dire di essere stati ad un festival!

Arrivati a Salvador non a caso di sabato sera, ci siamo ricordati di un personaggio bahiano incontrato nel campeggio di Morro (sul personaggio si potrebbero spendere molte parole, diciamo che era un tipo di zona, e la sua zona di lavoro era la spiaggia…) che ci aveva accennato di un fantomatico Tributo a Bob imperdibile la sera del 31 a Salvador.
In citta´non abbiamo trovato cartelloni in merito, ma passando da un calzolaio sotto casa, ops ostello, abbiamo incontrato un altro personaggio che mentre ci aggiustava i sandali ballava molleggiando a ritmo di dub. Gli abbiamo chiesto del concerto e lui “certo! e´da non perdere!”.
A quel punto si trattava di scoprire dove trovare i biglietti e soprattutto abbandonare il bel centro storico turistico e protetto del Pelorinho per addentrarsi nella periferia di Salvador alla ricerca del festival. Individuato il pulman, non é stato difficile capire dove scendere, perché tutto il popolo reggae di Salvador era lí per il tributo.
Migliaia e migliaia di persone, musica dal vivo dalle 20.00 all´alba con gruppi locali e internazionali: Adão Negro, Dissidência, Ponto de Equilíbrio, Moa Ambesa e Lucky Dube.
Insomma dobbiamo ammettere che nonostante le moltissime avventure che stiamo vivendo una situazione cosi´ci voleva proprio ed e´stato bello riuscirsela a vivere in mezzo alla gente di Bahia e lontano dai soliti circuiti turistici.

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