Salutata la splendida terra degli Inca, delle misteriose linee di Nasca, delle mitiche dune di sabbia, dei piatti di ceviche (insalata di pesce marinato) e dei peruviani che tentano di fregarti ad ogni occasione buona, siamo giunti in Colombia, detta anche Locombia per lo spirito loco dei suoi abitanti.
Dopo numerose riflessioni spazio-temporali abbiamo deciso di saltare il nord del Peru’ (ci affascinava l’idea di fare trekking nella Cordigliera Blanca, ma alla fine dopo mesi di montagne, e’ prevalsa la voglia di mare) e l’Ecuador che faremo in un prossimo viaggio quando avremo il budget anche per visitare le isole Galapagos.
Dovendo percorrere giusto qualche chilometro per arrivare in Colombia, abbiamo optato per uno spostamento aereo, ma, come spesso accade, le tariffe piu’ convenienti non sempre sono le piu’ pratiche. Per arrivare in Colombia siamo dovuti passare dal Venezuela con uno scalo di “sole” undici ore a Caracas. Dopo aver letto sul sito dell’Ambasciata Italiana che il Venezuela e’ l’unico paese altamente sconsigliato da visitare del Sud America, abbiamo deciso di non mettere neanche il naso fuori dall’aereoporto.
La prima citta’ che abbiamo visitato in Colombia e’ Medellin, non particolarmente bella se non per le splendide statue di bronzo di Botero nella piazza centrale e un museo con una buona collezione delle sue opere.
La voglia di mare ci ha fatto salire subito al Nord, sulla costa Caraibica, a visitare la bella citta’ di Cartagena che, per certi versi, ci ha ricordato l’Havana vecchia, sara’ per i sigari venduti di contrabbando per le strade, per gli antichi palazzi restaurati e per i locali dove spesso si stente una musica caraibica. Cartagena ha una zona vecchia cinta da mura che la rende molto affascinante, con i suoi palazzi colorati, i balconi di legno ripieni di fiori, i locali dal soffitto alto, il pavimento in pietra e gli enormi portoni di legno antico, le belle piazze dove riposarsi a sorseggiare ottimi succhi di frutta freschi. Molte persone incontrate durante questo viaggio si sono innamorate della Colombia e dei suoi succhi di frutta e avevano ragione. Ci sono frutti mai visti e li stiamo provando man mano. Uno veramente buono si chiama tomate de arbol, ha la forma simile ad un pomodoro da pelato con picciuolo, ma il gusto e’ totalmente diverso e ottimo per un succo di frutta fresca. E oltre ai succhi stiamo sperimentando tutte le delizie delle bancarelle per strada. Dalle arepas di queso (pagnotte di farina alla brace ripiene di formaggio … SLURP!), alle frittelle di mais, ai dedito (sfiloncini di pane fritto al formaggio), o i patacon (frittelle di banane verdi buonissimi!). E poi, ovviamente, qua non manca il buon pesce, veramente ottimi i gamberetti e abbiamo piacevolmente ritrovato la moqueca (zuppa in olio di cocco) di pesce mangiata a Bahia che qua si chiama cazuela (suona un po’ come un piatto tipico milanese!?!?)
Il caldo della citta’ ci ha veramente spiazzati e dopo aver piacevolmente girovagato per tutta la zona vecchia siamo subito andati a piazzarci qualche giorno al mare nella Playa Blanca dell’adiacente parco nazionale.
Vi faremo avere altre notizie, culinarie e non, dalla bella Locombia e, se non ci sentite per qualche giorno, non preoccupatevi, vuol dire che saremo in qualche spiaggia remota priva di connessione internet ad arrostirci un po’ ;-)
Ed eccoci per economizzare a cucinare la prima pasta! (Potrei anche parlare al singolare tanto qui mi sa che tutti stanno capendo chi scrive,ovvero chi cucina ;-) )
Prima pasta in ostello a Buenos Aires con un condimento a base di ottima salsiccia locale e zucchine:
Seconda pasta decisamente piu’ spartana nel campeggio di Puerto Madryn (Patagonia). Condimento: sugo e fontina, ovvero berna, va bene le origini italiane ma ogni tanto qui fanno confusione con i nomi dei formaggi ;-). Tempo di cottura 1 ora….cosa non si fa per un piatto di pasta!
PS: Grazie Marco per le dritte culinarie, dopo questi giorni di economie magari ci concederemo una cenetta nei posti consigliati dal tuo amico.
NB: AVVISO PER TUTTI GLI AMICI/PARENTI VEGETERIANI: IL SEGUENTE POST POTREBBE URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’. CI SCUSIAMO DEL DISAGIO ARRECATOVI.
LOCATION: casa di Leo
CUOCHI: Eduardo y Mirta
CONVIVIANTI: Eduardo,Mirta,Pablo,Scritch,Santiago,Debora
MENU’
Chorizo:ovvero salsiccia buonissima!
Mollejas:ghiandole vicino al cuore della vacca, credetemi sono tenerissime!
Vacío:il pezzo forte!La parte sotto le costole della vacca, 50cm di lunghezza e bonta’!
Cerdo:un bel pezzo di carne di maiale che si scioglie in bocca!
Contorni:caprese (pomodori e imitazione di mozzarella),melanzane e peperoni grigliati con olio e spezie.
E dulcis in fundo:il tipico Dulce de leche!
L’asado e’ stato cotto su una parilla (barbecue) per un’ora e mezza, prima da un lato, poi con la mano si tocca la parte superiore del vacio e quando inizia ad essere calda la si gira e dopo mezzoretta e’ pronto per essere servita.
Il tutto e’ stato accompagnato da un buon vino rosso di Mendoza e da tante belle chiacchiere sulla storia del paese.
Abbiamo scoperto che la scuola in Argentina e’ totalmente gratuita e aperta a tutti fino all’universita’. L’universita’ pubblica di Buenos Aires e’ la piu’ prestigiosa di tutta l’America Latina, nettamente superiore rispetto a quella privata.L’80% dei docenti vi insegna a titolo gratuito perche’ ritenuto un onore poter contribuire alla crescita culturale e professionale degli studenti e perche’ e’ segno di grande prestigio avere una cattedra all’universita’ pubblica. Tutti i premi nobel argentini hanno studiato in questa universita’. Per cui ragazzi, se vi venisse mai voglia di studiare venite da queste parti!
Anche la sanita’ e’ gratuita, ma non solo per i residenti, chiunque puo’ venire a farsi curare qui, nessuno ti chiedera’ mai un documento per entrare all’ospedale.
E poi ci hanno raccontato l’evoluzione della citta’: come il quartiere “trendy” dove siamo noi,Palermo, una volta fosse solo campagna; che la Boca e San Telmo erano i quartieri degli immigrati italiani;che ogni argentino ha delle radici europee;che una volta era la parte Sud della citta’ quella ricca, dove vivevano i ricchi signori, poi all’arrivo della peste fuggirono al Nord della citta’ (dove ora e’ situato il quartiere di Palermo) e al Sud rimasero solo gli schiavi con la loro poverta’; che anche qui c’e’ tanta gente povera che vive con il sussidio e preferisce non lavorare per non doverne perdere il diritto.
Questa e’ solo una parte dei discorsi venuti fuori a cena, la famiglia di Leo e’ stata meravigliosa e ci sta aiutando a conoscere meglio il loro paese e domani ci portano di nuovo in giro…vi faremo sapere.
Molti di voi conoscono la cooperativa Incontro di Torino, via Mantova per intenderci, insomma quel posto sgualfo che noi chiamiamo amichevolmente “dai matti” e dove andiamo a cenare con 5 euro (si’ Ari quello del tuo ultimo mal di stomaco!).
Ebbene noi siamo riusciti a trovare anche a Buenos Aires un posto che abbiamo subito ribattezzato “dai matti” per l’aspetto economico, ma di qualita’ certamente superiore.
Passeggiando per Palermo abbiamo notato questa piola che abbiamo poi scoperto essere un circolo di futbol, un posto semplicissimo e strapieno di gente a tutte le ore (qua si puo’ cenare veramente a qualsiasi ora della notte senza problemi). Come non andare a provarlo? E ieri sera, per festeggiare 5 anni di Pablo&Scritch, siamo andati li’ a cena (va beh non era proprio il ristorante di lusso, ma e’ stato + che degno dell’occasione).
Abbiamo mangiato un’ottimo bife de chorizo (Pablo si leccava i baffi che non ha), due bistecche alla milanese, 2 ovetti occhio di bue, 1 insalata, 1 Quilmes (cerveza argentina) rigorosamente nel bellissimo bottiglione da 1 litro, per un totale di 5,5 euro di spesa in due. Ovviamente eravamo gli unici forestieri li’ dentro e il cameriere e’ stato pure molto gentile.
Che dire di piu’, io l’indirizzo lo segnalo, casomai a qualcuno capiti di passare da queste parti e perche’ rimanga nella memoria: CLUB EROS Uriarte 1609 esquina Honduras 4832-1313