L’ingiusta eredita’

Cambogia - 4 gennaio 2010

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L’ultimo giorno a Siam Rep siam andati a visitare il museo delle mine. Visita molto interessante, non tanto per i reperti in se’, ma per la storia del suo fondatore, un ex khmer rosso ribatezzato dai giapponesi Aki Ra.
Aki Ra, rimasto orfano all’eta’ di 5 anni, entra da bambino a far parte dell’esercito dei Khmer Rossi e, come molti bambini, viene utilizzato per minare i terrreni. Successivamente durante la “liberazione”  vietnamita diserta ed entra a far parte dell’esercito vietnamita. Al termine della guerra poche persone conoscono meglio di lui le mine che ha imparato ad usare fin da bambino. Si specializza ulteriormente lavorando per le Nazioni Unite e decide di dedicarsi allo sminamento della Cambogia. Da solo e senza attrezzatura smina una media di 300 mine al giorno e decide di fondare il museo per far conoscere la sua storia e aiutare i bambini colpiti ancora oggi  dalle numerose mine rimaste.
Se ogni guerra e’ ingiusta, ancora piu’ ingiusto trovo sia il lasciare dopo 30 anni di combattimenti, un paese con un’eredita’ tale: una stima di cinque milioni di mine ancora presenti che continuano a mietere vittime!

Da Siam Rep, con un viaggio di sei ore in barca, abbiamo raggiunto la citta’ di Battambang. Viaggio splendido in mezzo a stretti canali fluviali, attraversando villaggi fluttanti che, a seconda della stagione, si spostano dove il livello dell’acqua e’ maggiore.

Interi villaggi con scuole, negozietti, bar su chiatte galleggianti. L’immagine piu’ bella ce l’ha regalata una bimba sui cinque/sei anni in divisa da scuola che remava con tutte le sue forze per andare a lezione su una canoa grossa dieci volte lei.

A Battambang abbiamo affittato un motorino e gironzolato per le campagne. Abbiamo conosciuto Gonzalo e Luisa che l’estate scorsa son stati qui come volontari in una missione spagnola, ci raccontano della missione che aiuta i bambini disabili, numerosissimi in Cambogia, e decidiamo di andare a curiosare. Il lavoro della missione e’ effettivamente impressionante. Conosciamo Cha Neng, uno dei ragazzi tristemente simbolo della missione. Cha Neng ha ventidue anni e cinque anni fa ha perso due braccia e una gamba a causa di una mina. Ora, con l’aiuto della missione e di una famiglia spagnola che l’ha adottato, ha due protesi che gli permettono di camminare e un motorino per andare a scuola in autonomia. Gonzalo ci racconta di un ragazzo arrivato alla missione il giorno prima e colpito da una mina proprio qui a Battambang. Il ragazzo era in riva al fiume dove le acque hanno portato la mina, non sapendo cosa fosse ha iniziato a giocarci finche’ non e’ esplosa. Quello che mi ha stupito e’ l’enorme ignoranza che c’e’ in merito all’argomento.  Che ancora la maggior parte delle persone, nonostante i numerosissimi handiccapati che si vedono ovunque, non sappia che non bisogna toccare le mine, non sappia che forma abbiano e cosa possono provocare. Noi turisti siamo martellati di informazioni in merito ad ogni pagina della nostra guida che allerta di non camminare fuori dai sentieri etcc….mentre qui non ho visto neanche un cartello informativo in tutte le zone che abbiamo visitato!!!

Conosciamo anche Giacomo, altro ragazzo italiano, che si e’ offerto volontario per fotografare il lavoro svolto qui da Emergency che grazie ai soldi dei donatori italiani ha costruito un ottimo ospedale per curare gratuitamente i numerosi feriti per mine o per incidenti di moto.

Sempre a Battambang, mollato il motorino, facciamo un giro sul famoso treno di bambu’. Un “treno” monorotaia costituito da una piattaforma di bambu’ guidata da ragazzini cambogiani che ti porta in giro per la campagna. Spettacolare!!! Soprattutto quando capita di incrociare qualcuno nel senso opposto, a quel punto non rimane che scendere e smontare la propria carrozza dai binari. Immaginate la nostra sorpresa quando scendiamo per far passare l’ennesimo treno nella direzione opposta e mi vedo venire incontro una ragazza che corre ad abbracciarmi. E’ Sandra, ragazza svizzera, conosciuta a Panama, reincontrata in Nuova Zelanda e ora qui, in Cambogia, in mezzo alla campagna, su un treno di bambu’!!! Incredibile, siam tornati da piu’ di un anno e ancora non ci siamo incontrati in Europa, pur abitando a poche ore di distanza, e ci siamo rivisti qui, lei in splendida forma con un pancione di quattro mesi in giro per il sud est asiatico!

E con Sandra e i suoi genitori trascorriamo l’ultima sera a Battambang andando a vedere un bellissimo spettacolo circense organizzato da una associazione francese che da quindici anni ha fondato una scuola d’arte aiutando i ragazzi cambogiani a studiare musica, arte, design e le arti circensi facendo veramente un ottimo lavoro.

Battambang sembra una citta’ relativamente ricca, nel suo fascino decadente di vecchia citta’ coloniale francese, ma facendo attenzione alle lievi (per noi) differenze di fisionomia, ci accorgiamo che i negozi e i ristoranti sono per lo piu’ gestiti da vietnamiti o cinesi, purtroppo ai cambogiani non rimangono che le bancarelle  per strada o al mercato.
Una sera, rientrando in hotel, mi son presa un vero spavento. E’ spuntato dal nulla un gruppetto di bambini con il volto da zombie. Per fortuna qui sono tutti pacifici, ma quei bambini avevano sniffato tanta di quella colla da non aver piu’ uno sguardo umano.
Ci vorra’ ancora molto purtroppo, soprattutto se continuano i governi corrotti, perche’ la Cambogia possa raggiungere il benessere dei sui vicini asiatici.

Gli ultimi giorni li abbiamo trascorsi in Thailandia. Abbiamo trovato il nostro angolo di paradiso in una spiaggetta remota nell’isola di Ko Chang, festeggiando l’ultimo dell’anno con un falo’ sulla spiaggia e sognando i prossimi viaggi dal nostro bungalow a due passi dal mare!

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4 Comments

  1. Ciao!
    Splendide foto!
    (Cris che muscoli :P)
    Grazie per aver condiviso questa esperienza con i vostri lettori affezionati!
    Il giorno di capodanno abbiamo mostrato le vostre foto (anche dei viaggi passati) a Lori e Ale (innomarati della California).
    Ci vediamo a TO!
    Un bacio

  2. Magico ed affascinante racconto! anche se tanta miseria, povertà,mine , e bambini…
    Quanto tempo ci vorrà perché abbiano anche loro un’ infanzia ed un futuro migliore?
    Prendere coscienza di certe realtà spero serva a smuovere qualcosa.
    Love Mia

  3. SONO TANTO COMMOSSA ,SOLO FACENDO CONOSCERE AL MOMDO IL MALE CHE HANNO FATTO E CHE SE NON SI PROVVEDE CONTINUERANNO A FARE QUESTE MINE, NON SE NE VERRà A CAPO . MA SPERO CHE QUALCUNO CHE PUò NE PRENDA ATTO E FACCIA QUALCHE COSA. NONNA

  4. Ehilà… che si dice in Africa? Ormai potreste scrivere un post anche piccolo piccolo, i Mondovisioneaholic sono in astinenza :-)
    Baci!!!

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