Locombia

Colombia, Cucine dal mondo - 21 maggio 2007

3 Comments

Salutata la splendida terra degli Inca, delle misteriose linee di Nasca, delle mitiche dune di sabbia, dei piatti di ceviche (insalata di pesce marinato) e dei peruviani che tentano di fregarti ad ogni occasione buona, siamo giunti in Colombia, detta anche Locombia per lo spirito loco dei suoi abitanti.
Dopo numerose riflessioni spazio-temporali abbiamo deciso di saltare il nord del Peru’ (ci affascinava l’idea di fare trekking nella Cordigliera Blanca, ma alla fine dopo mesi di montagne, e’ prevalsa la voglia di mare) e l’Ecuador che faremo in un prossimo viaggio quando avremo il budget anche per visitare le isole Galapagos.
Dovendo percorrere giusto qualche chilometro per arrivare in Colombia, abbiamo optato per uno spostamento aereo, ma, come spesso accade, le tariffe piu’ convenienti non sempre sono le piu’ pratiche. Per arrivare in Colombia siamo dovuti passare dal Venezuela con uno scalo di “sole” undici ore a Caracas. Dopo aver letto sul sito dell’Ambasciata Italiana che il Venezuela e’ l’unico paese altamente sconsigliato da visitare del Sud America, abbiamo deciso di non mettere neanche il naso fuori dall’aereoporto.
La prima citta’ che abbiamo visitato in Colombia e’ Medellin, non particolarmente bella se non per le splendide statue di bronzo di Botero nella piazza centrale e un museo con una buona collezione delle sue opere.
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La voglia di mare ci ha fatto salire subito al Nord, sulla costa Caraibica, a visitare la bella citta’ di Cartagena che, per certi versi, ci ha ricordato l’Havana vecchia, sara’ per i sigari venduti di contrabbando per le strade, per gli antichi palazzi restaurati e per i locali dove spesso si stente una musica caraibica. Cartagena ha una zona vecchia cinta da mura che la rende molto affascinante, con i suoi palazzi colorati, i balconi di legno ripieni di fiori, i locali dal soffitto alto, il pavimento in pietra e gli enormi portoni di legno antico, le belle piazze dove riposarsi a sorseggiare ottimi succhi di frutta freschi. Molte persone incontrate durante questo viaggio si sono innamorate della Colombia e dei suoi succhi di frutta e avevano ragione. Ci sono frutti mai visti e li stiamo provando man mano. Uno veramente buono si chiama tomate de arbol, ha la forma simile ad un pomodoro da pelato con picciuolo, ma il gusto e’ totalmente diverso e ottimo per un succo di frutta fresca. E oltre ai succhi stiamo sperimentando tutte le delizie delle bancarelle per strada. Dalle arepas di queso (pagnotte di farina alla brace ripiene di formaggio … SLURP!), alle frittelle di mais, ai dedito (sfiloncini di pane fritto al formaggio), o i patacon (frittelle di banane verdi buonissimi!). E poi, ovviamente, qua non manca il buon pesce, veramente ottimi i gamberetti e abbiamo piacevolmente ritrovato la moqueca (zuppa in olio di cocco) di pesce mangiata a Bahia che qua si chiama cazuela (suona un po’ come un piatto tipico milanese!?!?)
Il caldo della citta’ ci ha veramente spiazzati e dopo aver piacevolmente girovagato per tutta la zona vecchia siamo subito andati a piazzarci qualche giorno al mare nella Playa Blanca dell’adiacente parco nazionale.
Vi faremo avere altre notizie, culinarie e non, dalla bella Locombia e, se non ci sentite per qualche giorno, non preoccupatevi, vuol dire che saremo in qualche spiaggia remota priva di connessione internet ad arrostirci un po’ ;-)

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3 Comments

  1. Alle bellissime foto di Cartagena e Medellin (ma che belle sono le statue di Botero???) manca solo il vostro celebre autoscatto ;o)
    Un bacio,
    Clau

    P.S. Scritch ha già il segno del costume tatuato… quanta invidia!

  2. Ciao Paolo certi frutti e soprattutto sapori e gusti connessi mi sa che si assaporano solo in un vaggio come il Tuo……
    ps da milanista incallito ti comunico che ieri sera il Milan ha suonato la settima sinfonia d’Europa!!!!p.p.s. complimenti per il ritorno immediato dal purgatorio della B da parte della tua Juventus

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