Power to the peaceful

California - 12 settembre 2007

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A San Francisco ci sono concerti tutti i giorni e tutte le sere e ci sono anche numerosi festival gratuiti. Grazie a Coleen, sorella di Steve (mio carissimo amico e collega delle passate olimpiadi) residente a Frisco, sabato abbiamo passato la giornata al Golden Gate Park al Power to the Peaceful Festival (http://www.powertothepeaceful.org).
A San Francisco la gente va ai festival anche se non c’e’ il sole e fa freddo, il parco si riempie la mattina presto, tutti si portano una coperta e il prato si colora di teli, non c’e’ bisogno di aspettare il gruppo di punta perche’ si inizi a ballare, c’e’ sempre qualcuno che danza dal mattino alla sera. La folla e’ colorata e mista, c’e’ gente di tutte le eta’. Tante, tante famiglie con bambini, sono bellissimi, si divertono, giocano con l’hula-op e ballano. Ai festival a San Francisco le bancarelle non vendono paccottiglia e bigiotteria, ma vestiti artigianali bellissimi e originali.
Non ci sono “i porcari” a vendere cibo, ma cucina messicana, californiana, vegana e vegetariana. E i bagni chimici, anche a concerto finito, hanno la cartaigenica e il lavandino!Tante sono le bancarelle di associazioni contro la guerra e tra i vari volantini che distribuiscono ci sono anche consigli sui libri da leggere. Passeggiando tra i vari stand troviamo anche lo stand della nostra amata Lonely Planet che promuove una campagna per spingere i giovani americani a farsi un passaporto (l’America e’ tristemente famosa per la sua percentuale molto alta di persone che non mettono piede fuori dagli States) e, con la musica di sottofondo, ci piazziamo a sfogliare i bellissimi libri di foto di viaggi e le numerose e utilissime guide.

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Il paese dei balocchi

California - 7 settembre 2007

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Dopo il deserto di Real de Catorce e’ iniziata la lunga tirata verso nord. Molte persone ci hanno chiesto com’e’ viaggiare in pulman in questi paesi, io solitamente rispondo che, anche se pare inverosimile, si viaggia molto meglio che in Italia. Per arrivare da Real de Catorce a Tijuana e’ bastato andare di stazione in stazione, a qualsiasi ora del giorno o della notte c’era un pulman, di lusso, diretto a nord. Massimo tempo di attesa per le varie coincidenze: 15 minuti.
Dopo tirate da 30 ore al giorno, dopo aver fatto una sosta in montagna a goderci i panorami del canyon della Barranca del Cobre, dopo innumerevoli controlli anti-droga, infiniti cactus, chilometri di barriere di lamiera nel deserto ustionante che separa il confine con gli Stati Uniti, siamo arrivati nella famigerata Tijuana. E non ci e’ piaciuta. La si puo’ descrivere con poche parole: un bordello per Gringos! E cosi’ dopo una notte a Tijuana abbiamo salutato definitivamente il LatinoAmerica e, passando dalla frontiera di San Ysidro (per fortuna a piedi perche’ in auto avremmo fatto chilometri infiniti di code), senza particolari controlli, siamo entrati negli States.
Giusto per non perdere l’abitudine siamo subito saliti su un pullman notturno diretto alla nostra citta’ dei sogni: San Francisco! Passato lo shock della notte insonne dopo aver scoperto che i pullman in America sono decisamente scadenti, abbiamo raggiunto finalmente il paese dei balocchi.

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Il pueblo fantasma

Messico - 2 settembre 2007

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Messico, sperduto Messico.
Ed eccoci giunti finalmente in quello che e`il nostro reale immaginario di questa terra. Il deserto che si estende verso l’infinito ricoperto di milioni di cactus dalle svariate forme, il vento caldo di giorno, gelido di sera e l’arrivo in un pueblo la cui via d’entrata e’ un tunnel a senso unico lungo due chilometri scavato nella roccia: Real de Catorce.
Forse alcuni di voi ricorderanno l’immagine del nero tunnel dal film “Puerto Escondido”, un tunnel che si apre su un pueblo che, a noi, e’ parso sospeso nel tempo.
Real de Catorce ha avuto i suoi anni d’oro come citta’ mineraria agli inizi del novecento raggiungendo una popolazione di 40.000 abitanti, ma dopo il crollo del prezzo dell’argento e’ rimasta quasi del tutto abbandonata fino a pochi anni fa. Una citta’ fantasma affacciata su un deserto dove ogni anno si recano in pellegrinaggio gli indios huichol in cerca del sacro peyote.
Negli ultimi anni il fascino del pueblo semiabbandonato di Real ha attirato parecchi viaggiatori e molti hanno deciso di fermarsi e fare rivivire la citta’ aprendo ristoranti, rigorosamente italiani, e gallerie d’arte.
Ma sara’ stata la bassa stagione o la distanza da altre localita’ tipicamente turistiche, abbiamo avuto la fortuna di viverla ancora come un pueblo fantasma. Camminare per vicoli deserti, tra le case costruite in pietra a volte abitate, ma spesso ancora abbandonate, tra le rovine di antichi palazzi, i cunicoli delle vecchie miniere e l’arena per i combattimenti dei galli, Real de Catorce mantiene ancora oggi un fascino unico di un paese, tipicamente messicano, che ancora non e’ stato cambiato dal turismo, un pueblo sospeso nel tempo e nel ricordo di un antico splendore.
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PS: Abbiamo finalmente migliorato e aggiornato la mappa del viaggio! Speriamo di averla resa piu’ facilmente visualizzabile.

In coda all’uragano!

Messico, Uncategorized - 27 agosto 2007

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 Erano appena stati dissequestrati quando due loschi figuri provenienti da Torino, accampando autorita’ parentali, li hanno nuovamente rapiti costringendoli a forza a scorazzarli con tour de force micidiali per tutto il Mexico centrale e mas…
Una settimana di mal tempo (qua qualcuno porta male!), ma che dico mal tempo, ogni giorno a tritare chilometri per tentare di schivare l’uragano DEAN!
Dopo aver pagato un giusto riscatto (lussuosa cena in un delizioso restaurante slow food di Citta’ del Messico) sono stati rilasciati sotto il giuramento di riprendere, finalmente, il loro dovere di mondovisionari.
W l’ Italia e W il Mexico!!
FIRMATO:
Zii di Valucchia ;-)

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Watching the world go by …

Guatemala, Messico - 20 agosto 2007

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E’ passato un mese dal nostro “rapimento”, e il tempo e’ letteralmente volato. E’ stato strano passare da una dimensione di viaggio a due, a una dimensione a sei, ma l’arrivo dei nostri amici e’ servita come “boccata d’aria” su Torino.
E ora siamo pronti e ancora piu’ motivati a continuare la nostra avventura che ci portera’ fino alla California per poi volare il 18 settembre verso la Nuova Zelanda in cerca di fortuna ;-)

E’ stato un mese molto intenso, di tanti racconti sulla vita e gli amici rimasti a Torino, di risate e chiacchiere, video amatoriali e di spostamenti rapidi per poter concentrare in poco tempo piu’ emozioni possibili.
Sicuramente tante emozioni e ricordi indimenticabili c’e’ li ha offerti il Guatemala, uno dei paesi piu’ autentici e poveri dell’ America Centrale.
Ore e ore e ore passate sugli scuola bus ad osservare il mondo scorrere dal finestrino, gli odori delle bancarelle al mercato, il viaggiare schiacciati in mezzo a campesinos e bambini dagli occhi enormi e quieti, le capanne di lamiera, i bambini in divisa che escono da scuola, le strade di fango, il pollo fritto che si scioglie in bocca, le pannocchie abbrustolite agli angoli delle strade, i tacos 3×10 quetzal (un euro), la birra Gallo la piu’ buona del Centro America, i meravigliosi mercati di artigianato, i colori dei tessuti, le attese infinite ai “ristoranti”, i sempre sgargianti Chicken Bus, le fermate nel nulla delle montagne guatemalteche, la guida folle degli autisti sui tornanti senza nessun rispetto per le norme basiche di sicurezza stradale (come sorpassare un tir in piena curva), la diffusissima e incomprensibile lingua Maya, le imponenti rovine di Tikal, le ore passate a trattare ai mercati e non solo, le case basse e colorate, le chiese coloniali, la bellezza di Semuc Champey uno dei parchi naturali piu’ remoti e meravigliosi del Guatemala, la propaganda elettorale onnipresente per le imminenti elezioni presidenziali, le feste e le processioni in maschera di paesi che ricordano il nostro Sud Italia, le preghiere a San Simone, per chi e’ in cerca dell’amore, raffigurato sempre con il sigaro e il denaro in mano.

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Mondovisione okkupato

Uncategorized - 6 agosto 2007

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Detto fatto!

Messico - 31 luglio 2007

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Madooooo!!!! Non ci possiamo credere, ma siamo davvero dall’altra parte del blog!!! Dall’altra parte dell’oceano, del pianeta, del mondo!!!!

dopo viaggi avventurosi: bagagli persi, voli annullati, zaini tagliati, controlli americani antiterroristici (vedi mauro) e anti coppie non sposate, siamo approdati a gardaland…ops, volevamo dire Playa del carmen, dove l’unica cosa veramente autentica e`l’aria piu`densa che abbiamo mai respirato nella nostra vita: avete presente un bagno turco? ecco, cosi’, ma pieno di odori forti a cui non eravamo abituati. sembra una tragedia, ma che dire? abbiamo reagito mangiando e bevendo, spendendo meta`del budget che avevamo previsto per tutto il mese! finalmente risolti nostri problemi e recuperato lo zaino di Tony e scotchato lo zaino di Chiara (che era stato preso a coltellate alla frontiera americana) siamo finalmente partiti direttamente verso il paradiso della playa di tulum! all’accoglienza dopo un` ora di cammino sotto il sole cocente abbiamo trovato paolo e cri abbronzati, in splendida forma e impazienti di vederci. scattano subito le birrette. noi sembravamo trogloditi: non riuscivamo a dire altro che “Ma che bello!”, “ma che meraviglia!”, “ma che bello ritrovarvi!” il tutto accompagnato da strani versi e bave. incredibilmente noi eravamo iperattivi e pronti a partire, mentre paolo e cri strarilassati ci hanno trattenuto a forza in questa enorme spiaggia bianca, mare cristallino, palme, cabanas, luna piena, atmosfera da favola, che nessuno di noi aveva neanche osato sognare! giocoforza ci siamo dovuti adattare. dopo le prime scottature…e qui tutti penseranno a chiara…no! mauro, e anche tony…chiara aveva talmente l’ansia di bruciarsi che e`rimasta bianca, abbiamo salutato i caraibi…sigh!….pero’ ci aspettava una recentissima eletta meraviglia del mondo: chichen itza!!RAGAAAAAAAAAAAAA non avete idea….purtroppo non si puo’ piu’ salire sulla piramide perche’ probabilmente troppa gente ci ha lasciato les pennes!!! comunque lo spettacolo e’ mozzafiato anche da sotto.

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Little Italy

Belize - 24 luglio 2007

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Altra nave, altra isola. Questa volta con destino nel Caribe Belizeno dalla pelle scura, l’inglese jamaicano e l’effige della regina Elisabetta sulle monete da un dollaro.
Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare ad immergerci nella barriera corallina per i costi veramente proibitivi, ma non per questo non ci siamo goduti la pigrizia delle giornate nel mare calmo e cristallino da sembrare una piscina.
A Cayo Caulker abbiamo piacevolmente incontrato i primi vacanzieri italiani. Max, viaggiatore bolognese che sta esplorando Mexico e Guatemala e Alessandro, Roberto e Sergio di Milano e Roma, personaggi perfetti per un film di Salvatores o del miglior Rubini.
E quando gli italiani si incontrano all’estero si sa che dopo pochi minuti si finisce a parlare di cibo e cucina italiana e quindi in pochi giorni abbiamo ricreato la nostra Little Italy grazie al barbecue con cui ci siamo cucinati gamberetti e aragoste appena pescate mentre le nostre piccole casse portatili suonavano Battisti.
I mesi passano e senza che neanche ce ne si renda conto siamo arrivati a quota sei mesi e dalla Terra del Fuoco abbiamo raggiunto l’amato Mexico e le sue nuvole. E ora non ci resta che attendere los amigos in arrivo da Torino…

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Visioni sommerse

Honduras, Nicaragua, Uncategorized - 16 luglio 2007

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Dopo esserci ripresi dalla nostra piccola disavventura, ci siamo goduti gli ultimi giorni nello splendido Nicaragua visitando le due citta’ coloniali di Granada e Leon, storicamente da sempre antagoniste nella storia della politica nicaraguense (Leon citta’ sandinista e Granada conservatrice).
E a Leon, visto il caldo che regnava in citta’, abbiamo aprofittato per fare una tappa sull’oceano pacifico e provare anche noi a fare surf. Da subito ci siamo resi conto del perche’ dei fisici prestanti dei surfisti che vedevamo in giro. E’ faticosissimo!! Niente a che vedere con la facilita’ con cui si scende su una bella distesa di neve, ma l’adrenalina di cavalcare la prima onda, riuscire a restare in piedi e sentirsi padrone dell’oceano (va beh, forse sto un po’ esagerando erano solo onde piccoline verso la riva, ma la sensazione comunque e’ stata fortissima) e’ incredibile.

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Non si smette mai di imparare…

Nicaragua - 8 luglio 2007

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E si`, e`proprio vero, non si smette mai di imparare, anche dopo cinque mesi di viaggio. Di storie di altri viaggiatori ne abbiamo sentite tante, sfortune, distrazioni, semplici furti o assalti per strada, ma per ora la dea bendata e molta attenzione ci avevano sempre aiutato. Purtroppo non è semplice dopo mesi di viaggio tenere sempre alto il livello di attenzione e alla minima distrazione c’è qualcuno pronto dietro l’angolo ad aprofittarsene.
Ci spiace sia dovuto capitare proprio sull’isola di Omepete che tanto ci ha affascinato. Alla finca abbiamo dormito in una stanza dormitorio e , complice forse il fatto che le prime notti il dormitorio fosse vuoto, e quindi riservato a noi, e l’atmosfera rilassante del posto, abbiamo commesso un’imprudenza lasciando il cellulare nella stanza a portata di mano.
In realta’ il cellulare ce lo siamo portati dietro solo in caso di emergenza e il suo massimo utilizzo fin’ora era stata la sveglia.
E così l’ultima sera prima di partire ci siamo resi conto che il cellulare era sparito. Il giorno seguente ci siamo svegliati presto e abbiamo iniziato a controllare bene tutto il nostro equipaggio, ma dopo un’ora di ricerca abbiamo dovuto tristemente ammettere che la nostra disattenzione era stata punita: qualcuno ci aveva rubato il cellulare.
Che potesse succedere è una cosa che avevamo messo in conto in un viaggio del genere e sicuramente è stata colpa nostra l’aver abbassato la guardia, ma mai avremmo immaginato in quale situazione paradossale ci saremmo trovati da lì a qualche ora per colpa di un semplice furto di cui siamo stati vittime.
È importante menzionare, per spiegare meglio la disavventura, che mentre cercavamo il cellulare in ogni dove, Pablo ha trovato presso i bagni della finca una di quelle cinture da viaggiatori piena di soldi abbandonata vicina a una delle docce. Dopo aver verificato che all`interno non ci fossero documenti di appartenenza, abbiamo immediatamente consegnato il tutto alla reception in modo che fosse resa al proprietario.

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