La rubrica di Boz

India - 26 febbraio 2008

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Cari visitatori del blog, so che i viaggi dei nostri amici sono interessanti e tutti seguite con passione la loro strada per il mondo ma finalmente sono qui per svelarvi quello che tutti volete sapere e non osate chiedere. Il mio occhio come un polifemo e’ qui che scruta e osserva la coppia d’oro per farvi sapere come interagiscono tra di loro, sara’ tutto oro quello che luccica? Litigano anche loro come gli altri?

Io sono solito indicare la loro unione chiamandoli ” i Pabli” o “i Rondolini” ma siccome il blog viene letto dal loro parentame e amici in proporzioni eque e non volendo scatenare faide e invidie tra le due casate, utilizzando una sopraffina tecnica linguistica di fusione dei loro cognomi, li chiamero’ per comodita’ “i Rondolore” anche perche’ “Libanino” sa di paese medio orientale scaciato e piccolo e magari cosi’ al mioritorno ci scappa una friarielli gratis da Don Michele.

Quante volte disillusi dalle nostre relazioni di coppia ci siamo fatti coraggio pensando ai Rondolore e alla loro gaia unione? Bene, poiche’ ho studiato scienze naturali ho deciso di avere un approccio etologico nell’analizzare la coppia avendo a disposizione molto tempo e potendomi avvicinare ad osservarli e condividere momenti intimi nella speranza di trovare almeno una traccia di dissapore o barbina malvagita’ di coppia per farci tirare a tutti un sospiro di sollievo e non far sempre sembrar le nostre relazioni sentimentali in difetto paragonate alla loro. Diseguito la prima parte del mio accurato studio:

India-Tamil Nadu-Febbraio 2008 . Studio delle Interazioni Sentimentali e Comportamenti dei Rondolore allo stato brado

Purtroppo e’ passata gia’ una settimana e ancora non sono riuscito a stanare nessuna incomprensione seria, devono essere molto abili o Piemontesi un po’ falsi e cortesi penso fra me. Li sto braccando da vicino, ma di giorno paiono serafici e pacifici in apparenza e Cri chiama Pablo “amore” con gran disinvoltura e non perche’ stizzita o arrabbiata come fanno le coppie normali quando usano questa parola. Arrivano i primi innocui mal di panza (il parentame non si agiti,li ho nutriti con fermenti comprati in occidente e sono sanissimi ora) e affaticamenti e nonostante Pablo indossi un tutino da notte blu felpato da far ribrezzo ai lombrichi Cri continua a guardarlo con occhi d’amore.
Inizio a sospettare che la notte avvengano furibonde liti e soprusi e cosi’ riesco con una bieca scusa a ottenere 3 notti in una casa con stanza comune per studiarli meglio. Qui infatti constato i primi dissapori, Pablo al mattino rimbrotta Cri:”amore ti sei arrotolata nelle coperte e sono morto di freddo” (siamo in india e calza un tutino tecnico blu marca Marmot, deve essere un pretesto per cioccare) ma Cri ride e lui pure…simulano bene..

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Passaggio in India

India - 19 febbraio 2008

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Nonostante molti amici ci avessero preparato a questo passaggio in India, nessun racconto, consiglio o anedotto ti puo’ veramente preparare all’impatto con la confusione indiana.
Dopo un anno di viaggio, dopo i colorati e caotici mercati sudamericani, dopo megalopoli quali Los Angeles o Bangkok, possiamo tranquillamente asserire che niente si avvicina minimamente a quello che si prova arrivando in India.
L’impatto, forse accentuato da mesi di quiete nella disabitata Nuova Zelanda, e’ unico.
Pensate al posto piu’ caotico dove siete stati nella vostra vita, non sara’ neanche lontanamente paragonabile al caos di una citta’ indiana.
Su consiglio di alcuni amici abbiamo scelto di iniziare dall’India del Sud per avere un impatto piu’ graduale. A detta di tutti, infatti, la parte meridionale del continente indiano e’ piu’ ordinata, tranquilla e, addirittura, alcuni viaggiatori provenienti dal nord sostengono che le regioni del Tamil Nadu e del Kerala al confronto sono paragonabili alla Svizzera.
A noi sembra un paragone altamente improbabile.
L’arrivo a Chennai e’ stato, come dire, assordante. Il piacere di incontrarsi con il pallido Davide, sbarcato dall’Europa, si e’ mischiato ad una confusione tale da non permetterti di fare due chiacchiere per strada storditi da clacson continui (gli indiani suonano ad ogni minimo sorpasso), riscio’ assillanti, marciapiedi inesistenti, mucche che ti attraversano la strada, rifiuti maleodoranti e una miriade di persone ad ogni angolo.
Da qui la decisione di fuggire subito dalla grande citta’ in cerca di un po’ di quiete.
Dopo due giorni nella piu’ tranquilla, si fa per dire, turistica cittadina di mare di Mallapularam, ci siamo rifugiati nella ordinata ex colonia francese di Pondicherry (per gli appassionati la citta’ natale di Pi, protagonista di “La vita di Pi”) dove, in cerca di relax e di un posto economico siamo finiti a dormire nell’ashram di Sri Aurobindo.
Gli ashram sono luoghi dove si pratica meditazione e yoga creati da guru spirituali di cui Aurobindo e la sua discepola francese detta “The mother” sono tra i piu’ noti e seguiti.
Non vi preoccupate, non siamo rimasti vittime del loro fascino spirituale , ma incuriositi dal personaggio, il giorno seguente siamo andati in visita ad Auroville.
Auroville si puo’ definire una sorta di esperimento sociale nato negli anni sessanta dalla volonta’ di The Mother. Una citta’, a pochi chilometri da Pondicherry, dove gente proveniente da ogni nazione e’ in cerca di un nuovo modo di vivere, di una societa’ ideale dove le decisioni vengono prese in collettivita’, dove non esistono religioni o, per dirla con le parole di The Mother “una citta’ universale dove uomini e donne di tutti i paesi sono capaci di vivere in pace ed in un’armonia di progresso, al di sopra di ogni credo, di ogni politica e di ogni nazionalita’”
Ad Auroville oggi vivono 2.000 persone che, grazie a finanziamenti da parte dell’Unesco e del governo indiano, portano avanti progetti di ricerca prevalentemente in campo ambientale.
Noi abbiamo fatto una breve visita al centro informazioni del villaggio un po’ carente di reali informazioni e ammirato, dall’esterno, la futuristica sfera dorata adibita a centro di meditazione.
L’utopia del progetto puo’ aver un suo fascino e una sua correttezza di valori, ma l’esperimento, dal nostro scettico punto di vista, non ci sembra cosi’ funzionante o facilmente replicabile su grande scala, visto il sostentamento dovuto in grande parte a finanziamenti esterni e la difficolta’ di creare una societa’ in cui per ogni decisione ci si debba rivolgere ad una collettivita’ di diverse nazionalita’ e culture.

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Welcome to Babylon!

Bangkok - 14 febbraio 2008

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Bangkok, Khao San Road: benvenuti a Babylon!
Una via nel cuore della citta’ dove tutto sembra essere possibile e tutto e’ acquistabile. Un via vai continuo di persone di ogni eta’, a migliaia da tutto il mondo, giorno dopo giorno che sia lunedi’ o sabato sera, Khao San Road non conosce orari.
Dal mattino a notte fonda le bancarelle non smettono mai di lavorare. Le signore che preparano il pad thai, i noodle thailandesi, cucinano in continuazione: una wok rovente, un po’ di soffritto d’aglio, cavolo, carote e germogli di soya, un ovetto e in due minuti i noodle piu’ buoni del mondo sono pronti, per la modica cifra di 20 bath (circa 50 centesimi di euro).
E se siete sazi di mangiare pad thai potete provare pesce e gamberoni grigliati e rinfrescarvi dall’arsura con una birra fresca scegliendo tra le varie offerte di Singha, Chang o Tiger beer.
Lo shopping e’ appagato a ogni ora del giorno e della notte. Bancarelle di pantaloni thailandesi, borse da viaggio, sandali e la copia economicissima e fedele di tutte le marche piu’ note: Adidas, North Face, Onitsuka tiger, Puma, Converse, Crocs, iPod e chi ne ha piu’ ne metta. Se vuoi conoscere cosa va di moda nel mondo, basta fare un gro in Khao San Road: qui troverai l’imitazione perfetta di tutte le ultime tendenze del mondo globalizzato. I prezzi? Uno zaino da viaggio, dopo un buon quarto d’ora di contrattazione, puo’ essere acquistato tra i 5 e i 10 euro.
Alla sera vengono montati i banchetti dei cocktail per i turisti, Very Strong recita il cartello, e gli sgabelli di plastica si riempiono tutte le notti di occidentali in cerca del secchiello piu’ alcoolico al miglior prezzo.

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Sostieni mondovisione!!

Uncategorized - 9 febbraio 2008

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Sostieni mondovisione: non vorrete mica farci tornare?!??!
Nei nostri svariati tentativi di trovare un modo per poter continuare a viaggiare, siamo incappati in un concorso di racconti di viaggio. Premio in palio di 500 euro ai dieci racconti piu’ votati ogni mese.
Abbiamo pubblicato il nostro racconto in gara per il mese di febbraio, quindi avete tempo fino al 29 di febbraio per sostenerci.
Il concorso prevede un solo voto per persona, niente doppi voti o trick da nerd :-) mi raccomando se no ci squalificano, ma nulla vieta di coinvolgere amici, colleghi, conoscenti e soprattutto tutta la famiglia!!!
Bota si e’ gia’ dato da fare, con il suo sostegno grafico e con una ventina di voti in una sola notte da parte dei suoi amici online…ora tocca a voi, fate partire la catena :-)
non vorrete mica farci gia’ tornare!!

Clicca sul banner per leggere il nostro racconto e votare:
Sostieni mondovisione

http://www.7mates.com/raccontidiviaggio/guide/cile/magellane/punta-arenas/noi-la-polvere-e-i-guanachi.htm

Un voto un miglio, un voto un miglio, un voto un miglio, un voto un miglio…
grazie amici, contiamo su di voi!

Difficili addii

New Zealand - 6 febbraio 2008

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Si parlava solo qualche giorno fa dei difficili addii del nostro viaggio. Salutare “Blue Spring” e’ stato, sicuramente, uno dei piu’ difficili.
Innanzitutto volevamo scusarci per la latitanza al blog delle ultime settimane e per l’ultimo post molto sintetico. Un po’ dovuto al fatto che le foto di Matteo mi rubano ogni parola, un po’ al fatto che eravamo psicologicamente molto presi dalla vendita della nostra casetta mobile.
Avevamo una settimana dalla partenza per Bangkok per concludere la vendita e ci siamo resi conto che purtroppo, in questa stagione, c’e’ molta piu’ gente che vende di quella che compra, specialmente nella citta’ di Christchurch. Ma alla fine, nonostante le nostre paure di doverlo abbandonare da uno sfasciacarrozze, siamo riusciti a rivenderlo in solo tre giorni, a due viaggiatori inglesi.
La gioia della buona vendita si e’ mischiata alla tristezza nel lasciare un pezzo importante della storia del nostro viaggio. Un sogno che ci ha aiutati a girare la Nuova Zelanda nel miglior modo possibile e che nonostante la sua eta’ (1985!) si e’ comportato benissimo e ci ha fatto da vera e propria casa negli ultimi quattro mesi.

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Take a walk on the wild side

New Zealand - 2 febbraio 2008

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Il lato selvaggio della Nuova Zelanda, il profondo sud dell’isola con piu’ pecore che esseri umani, le prime montagne con le cime innevate, i ghiacciai che ci hanno ricordato la nostra amata Patagonia e i fiordi non piu’ circondati da isolotti che sembrano docili colline, ma da montagne imponenti a picco sul mare ricoperte da rigogliose cascate.
Risvegli in compagnia di foche e giocosi delfini, scogliere modellate dal mare e dal vento e pinguini dagli occhi gialli che spuntano a sorpresa dagli scogli. Tra campi cosparsi di balle di fieno dai colori impressionisti e spostamenti di intere case…
… ultimi giorni di camminate con una notte in una vecchia scuola trasformata in rifugio e ora ultimi giorni in citta’, a Christchurch, prima della prossima partenza. Matteo ci saluta e torna verso l’Italia, noi giovedi’ partiamo verso l’India del sud con una piacevole tappa di qualche giorno a Bangkok.
Le parole non sono sufficienti per descrivere i posti che abbiamo visto, quindi buona visione, ringraziamo Matteo per essere passato in mondovisione e aver arricchito i nostri scatti.
Quando eravamo in Sud America tanti ci avevano detto che la Terra del Fuoco ricordava il sud della Nuova Zelanda, basta guardarne le nuvole, anche qui il cielo e’ distante come in Patagonia.

Ti prendo e ti porto via

New Zealand - 22 gennaio 2008

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“Puo’ sembrare strano, ma il momento in cui ci siamo resi conto che l’avremmo fatto, che finalmente dopo anni di sogni, pensieri e momenti mancati, saremmo partiti per il nostro round the world trip, e’ stato il giorno in cui siamo entrati nella librería “Il Giramondo” e senza neanche rendercene conto, come se fosse la cosa piu’ naturale del mondo, ne siamo usciti con una copia di: SouthAmerica on a shoestring (Lonely Planet). Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti:”Allora questa volta facciamo sul serio!” e l’adrenalina, che ci avrebbe accompagnato per i seguenti mesi, e’ iniziata a crescere in maniera indescrivibile.”

Un anno fa partivamo per Buenos Aires con il nostro biglietto di solo andata. Dalla Terra del Fuoco alla California fino a qui in Nuova Zelanda, ne abbiamo fatta di strada…
…un anno di camminate, zaini fatti e disfatti, polvere, strade e dito alzato, ostelli, cabanas, tenda e furgone, nuovi incontri e difficili addii, paesaggi montani e mare dei caraibi, odori, colori e suoni diversi, animali selvaggi e spiagge isolate, 45 gradi e -20, deserti di roccia e sabbia e mare bianco, grandi capitali e minuscoli villaggi, sacchetti di acqua da bere e inca-cola, jungla e imponenti cascate, ospitalita’ infinita, ore e ore di pulman e lunghe attese di amici in arrivo…
“Se non ci provi non lo saprai mai” dice la spilletta di Cate sulla nostra borsa, un anno di viaggio, sei anni insieme, ho sempre sognato che qualcuno mi prendesse e portasse via…grazie amore…

un anno di viaggio

Camera con vista

New Zealand - 20 gennaio 2008

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Per concludere in bellezza il giro della north island, dopo giorni di mare, abbiamo finalmente iniziato ad affrontare le montagne neozelandesi con un bel trekking o come si dice da queste parti, tramping.
Grazie agli utilissimi consigli del nostro amico John, tuttologo del tramping in Nuova Zelanda, siamo andati al Tongariro National Park, altra location utilizzata per varie ambientazioni del Signore degli Anelli, come la terra di Mordor (guardando le foto e’ facile immaginarla abitata da orchi intenti a forgiare le loro armi).
Tre giorni di cammino che hanno messo a dura prova le nostre scarpe e il nostro fiato :-).
Cime innevate, rossi crateri, vento freddo e sole ustionante, laghi color smeraldo e calda terra vulcanica, fitti boschi e chilometri di deserto lunare.
Non sappiamo quanta strada abbiamo fatto, alla fine dell’ultimo giorno, riguardando la valle attraversata non riuscivamo a capacitarci di aver camminato cosi’ tanto, ma la soddisfazione e gli scenari incredibili hanno ripagato ogni sforzo.

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Colore predominante: verde!!

New Zealand - 8 gennaio 2008

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Il 28 e’ arrivato Matteo, il re magio dall’Italia carico di doni :-). Dopo averlo raccattato all’aereoporto di Auckland, piazzatolo nel furgone a riprendersi dal jet-leg, ci siamo immediatamente messi in moto verso il nord dell’isola: le Bay of Islands.
Come potete dedurre dal nome si tratta di una zona di mare con moltissime isolette, baie e spiagge una piu’ bella dell’altra.
I nostri amici Kiwi ci avevano un po’ spaventato dicendoci che avremmo incontrato molto traffico e tanta gente data l’alta stagione, ma non hanno proprio idea di cosa sia veramente l’affollamento.
Noi abbiamo passato una settimana a girare nei posti piu’ meravigliosi a volte senza incontrare anima viva, dormendo in baie a noi riservate o su colline con vista sulle isole.
Il 31 mattina ci siamo svegliati in una di queste spiaggette e, con l’aiuto della bassa marea, abbiamo scoperto di essere in una zona piena di ostriche. Niente male come colazione!! :-)
Il paesaggio stupisce continuamente, ogni giorno siamo in ritardo sulla tappa successiva perche’ ogni chilometro ci si ferma a scattare una miriade di foto, panorami incredibili, un’infinita’ di verde in ogni possibile sfumatura con colline che sembrano tuffarsi direttamente in mare.
Tra una strada e l’altra ci si imbatte spesso in cartelli che segnalano la presenza di Kiwi: parola nazionale che indica non solo gli abitanti della Nuova Zelanda, non solo il frutto nazionale, ma anche il “mai visto” uccello Kiwi, mascotte del paese.
Pare che nessuno l’abbia mai visto in liberta’, ed ora purtroppo e’ in via d’estinzione, anche perche’ apprezzato in passato come prelibetezza culinaria dai Maori. Chissa’ che non ci capiti di vederne uno prima di partire.
Abbiamo festeggiato il capodanno con dodici ore di anticipo in un paesino sul mare dove l’evento principale erano i fuochi d’artificio con tutta la gente a guardarli dalla spiaggia. Noi abbiamo trovato un localino con un po’ di musica dal vivo e passato cosi’ la fine dell’anno tra una birra e un bicchiere di San Simone, regalo di natale di Matteo.

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Benefit o non benefit?

New Zealand - 30 dicembre 2007

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Niki e Julian sono proprio due persone splendide. Ci hanno riospitato e coccolato in attesa dell’arrivo di Matteo. Ci siamo salutati con commozione e con la consapevolezza di rivederci da qualche parte del mondo, in Italia o in Australia. Si’ perche’ anche loro entreranno a fare parte della numerosa schiera di neozelandesi che lasciano il paese per andare a vivere nella vicina Australia.
Ho parlato molto con Niki in questi giorni e le ho chiesto il motivo di questa loro decisione. Dovete sapere che per un neozelandese e’ piuttosto normale cambiare casa, lavoro e vita in qualsiasi momento, non sono cosi’ vincolati culturalmente come lo siamo noi italiani.
Lei mi ha spiegato che si erano stufati di lavorare e pagare sempre piu’ tasse, un 30% del loro stipendio circa, mentre in Australia pare che gli stipendi siano migliori e le tasse inferiori. Ma dove finiscono tutti i soldi che i neozelandesi versano in tasse?
Niki mi spiega il sistema dei sussidi con cui vivono piu’ di 300.000 persone su una popolazione, ricordiamo, di soli quattro milioni di abitanti. Molte di queste persone non pensano minimamente di cercarsi un lavoro e vivono da generazioni mantenute dal governo.
Famiglie intere, senza nessun particolare problema sociale, che non lavorano e vivono di sussidio per anni e anni. Loro vivono non facendo nulla e chi lavora paga piu’ tasse per poterli sostenere.
Tutti sono a conoscenza del problema e sanno che molta gente richiede e ottiene facilmente il sussidio solo per mancanza di voglia di lavorare e non per reali esigenze sociali, ma nessun partito osa opporsi a questo sistema perche’ cosi’ rischia di perdere una grossa fetta di elettori.
Niki mi racconta di non essere contraria all’esistenza dei benefit, lei stessa per tre anni li ha richiesti, quando era madre di sei figli piccoli e con un ex marito in carcere. Sicuramente esistono persone che possono necessitare di un aiuto e visto che lo stato sociale in Nuova Zelanda e’ alto e puo’ permettersi di aiutare i piu’ bisognosi perche’ non farlo. Il problema e’ come il sistema sia degenerato al punto che quasi chiunque puo’ ottenere un sussidio, anche solo andando dal medico e facendosi fare facilmente una dichiarazione di infermita’ per poterli ottenere.

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