Torino

Il cinema in strada

Torino - 14 settembre 2008

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Quando una volta qui era tutta campagna ed esistevano ancora le mezze stagioni, il cinema si teneva in strada.
Oggi abbiamo la televisione, skype, il digitale terrestre e i cinema con 16 sale e anche più.
Per fortuna a Settembre, da cinque anni a questa parte, ci pensa l’Associazione Culturale i 313 a farci uscire per la strada. A riportare nelle piazze la magia del grande schermo, in quelle piazze che la maggior parte dei torinesi non frequentano mai: Piazza Cerignola, Piazza della Vittoria, Largo Saluzzo, Via di Nanni.
Cinema in Strada” non è solo una rassegna di cinema all’aperto, ma, come spiegano le ragazze dell’associazione, è un momento di incontro tra i cittadini italiani e migranti attraverso il cinema con proiezioni di film rappresentativi delle persone e delle comunità che vivono nei quartieri periferici della nostra città.
E così, grazie alle scelte degli abitanti dei quartieri ed alla selezione artistica dell’associazione, possiamo vedere film marocchini, albanesi, colombiani, senegalesi, argentini … insieme ai classici del cinema italiano da Alberto Sordi a “C’era una volta il west”.
Ma non vi preoccupate i film, proiettati in lingua originale, sono rigorosamente sottotitolati e così, oltre ad imparare storie e costumi degli immigrati, impariamo anche un po’ della loro lingua e chissà che la prossima volta che li incroceremo al mercato non ci facciano un po’ meno paura ;-)
Mi ricordo che un giorno, durante il nostro lungo viaggio, eravamo in una città del nord del Messico, e per caso abbiamo scoperto che quella sera si sarebbe tenuta la proiezione di un film italiano nell’università della città.
Siamo andati subito a vederlo, non tanto per il film in sé, ma per il piacere di vedere una commedia italiana, una nostra storia, dopo tanti mesi in terra straniera. Ieri sera alla proiezione del film “A Casablanca gli angeli non volano” di Mohamed Asli pensavo al piacere che sicuramente provavano i marocchini in sala nel poter vedere sul grande schermo le immagini e le storie della propria terra, film che molto raramente riescono ad essere distribuiti nei cinema italiani.

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Le voci narranti del rock

Torino - 14 luglio 2008

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Era l’estate di due anni fa, anno 2006. Una serata in un locale torinese dove, vista l’imminenza del Traffic, per l’occasione selezionava musica uno degli organizzatori del suddetto festival. Entro nel locale e l’organizzatore mette il disco dei The Raconteurs, quell’anno in uscita con il loro primo album Broken Boy Soldier.
Scambio due chiacchiere complimentandomi per la selezione e il “dj” mi dice che quello per lui era l’album dell’anno.
Peccato che i Sex Pistols, che hanno suonato al Traffic venerdì sera, fossero disco dell’anno nel 1976 … mentre i The Raconteurs hanno suonato martedì scorso presentando il nuovo album, per la prima volta in Italia, allo Spaziale Festival.
C’e’ chi non è venuto lamentandosi per il prezzo del biglietto, per me sono stati i 25 euro meglio spesi di questa stagione musicale. E aggiungo un’altra cosa: sono molto felice, per una volta, di non aver dovuto pagare oltre al costo del biglietto la solita trasferta milanese in direzione Alcatraz o Rolling Stones, con tanto di benzina, casello ed eventuale rustichella al ritorno all’autogrill di Novara.
La buona musica si paga, i prezzi per gruppi di tale livello non sono mai inferiori a queste cifre, anzi, all’estero costano molto di più, non abbiamo proprio di che lamentarci questa volta. Senza contare che, per i più feticisti e gli amanti dei ricordi, il merchandising del festival, ha dei prezzi veramente irrisori: una maglietta 6 euro con grafica super stilosa, cosa volete di più?
Spaziale Festival è un festival che cammina con le proprie gambe, che da anni ci istruisce musicalmente portando gruppi che altrimenti non avremmo modo di conoscere, che lotta per sopravvivere cercandosi i propri sponsor e non facendo affidamento solo sui finanziamenti comunali.
Al contrario di altri festival, non credo servano i nomi, che, solo dopo aver avuto tagli nei finanziamenti, si sono sbattuti a trovare sponsor a sostegno della propria manifestazione.
Ma ora parliamo della musica. Un concerto consacrazione della musica Rock, Jack White e soci in splendida forma a divertirsi sul palco. Un’energia incredibile, le chitarre perfette, le voci in piena sintonia, sembrava a tratti di sentire i Led Zeppelin o i Rolling Stones.
Se esiste una definizione di Rock per me oggi si traduce in The Raconteurs.
Loro sono le voci narranti del rock di oggi, quel rock semplice, pulito, vibrante, energico che non può non farti ballare.

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Il fascino della carta stampata

Torino - 27 giugno 2008

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Non è per rinnegare il mezzo internet che tanto ci è stato utile durante il nostro viaggio, ma non c’è blog o e-book che tenga, il fascino della carta stampata è tutt’altra cosa.
Per questo è stato emozionante oggi andare in edicola, comprare la rivista Extra Torino e trovare le nostre fotografie, la nostra storia, le pagine da sfogliare tra le mani mentre i ricordi riaffiorano.
L’articolo, arrossisco un po’ nel vederlo, si apre con una nostra fotografia grande, imponente, come le rovine del Machu Picchu che si intravedono dietro di noi. Un autoscatto di prima mattina, mi ricordo la fatica, la camminata all’alba, 100% di umidità, un’ora di gradini per raggiungere la meraviglia del mondo prima dell’invasione dei gruppi di turisti, mentre quegli stessi turisti ci superavano in salita con i loro pulmini organizzati.
E poi arriviamo in cima, stanchi, con un po’ di occhiaie e, nonostante sia una delle immagine più viste al mondo, la realtà supera ogni aspettativa. Rimaniamo mezz’ora ammutoliti ad ammirare il paesaggio, le rovine per poche ore ancora disabitate dai turisti e ci chiediamo, come tutti, come è possibile che gli Inca siano venuti a costruire proprio qui, in cima a queste montagne.
Sfoglio le pagine e riemergono le immagini del Sud America così tanto amato, il ghiacciaio Perito Moreno, il “classico” come viene definito da quelle parti, come dire “non puoi non vederlo!”. Mi ricordo di un nostro amico romano, Pino, simpaticissimo, uno dei primi italiani conosciuti in viaggio ad Ushuaia. Ci raccontava la sua visita al Moreno dicendo di tenerci pronti, perchè è come stare davanti ad un freezer con lo sportello aperto!
Le nuvole mi ricordano le ore e ore passate sulle strade della Patagonia con il dito alzato in attesa dell’arrivo di un qualsiasi mezzo che ci facesse percorrere un po’ di chilometri, ricoperti di polvere, spesso infreddoliti e con lo sguardo rivolto al cielo passando il tempo ad ammirare le forme tridimensionali create dal vento e i tramonti spettacolari che solo in Nuova Zelanda avremmo rivisto così colorati.

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Le stelle di Torino

Torino - 6 giugno 2008

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Siamo tornati da più di un mese e ancora ci sentiamo turisti nella nostra città.
A camminare per le strade bagnate del centro provo la stessa sensazione di quella soleggiata mattina del primo maggio quando, a poche ore dal nostro arrivo, non riuscendo a dormire per l’adrenalina del rientro, abbiamo cominciato a vagare senza meta con il naso all’insù per ammirare l’architettura dei palazzi, stupendoci nel sentir le voci italiane degli altri passanti.
Quindici mesi intorno al mondo ed è bello tornare e scoprire che Torino è ancora più bella di prima. Saranno i turisti che finalmente iniziano ad arrivare a carovane, saranno le piazze pedonali dove ci piace passeggiare, sarà la libertà di questi giorni che ci porta a scoprire il mercato di Porta Palazzo in settimana, sarà che per una volta non abbiamo fretta e ci concediamo il lusso di camminare a piedi per scoprire ogni cambiamento avvenuto in nostra assenza.
Come dei turisti curiosi passeggiamo sotto la pioggia incessante di questi giorni a ricordo dei temporali tropicali e degli scampati monsoni indiani.
Ma non siamo solo noi ad accorgerci della bellezza di casa nostra, la prestigiosa Guida verde Michelin ha deciso, quest’anno, di assegnare a Torino tre stelle, inserendola tra i “da non perdere” al pari di Roma, Firenze, Venezia e Pompei.
E chissà se nel prossimo viaggio, parlando della nostra città, potremo evitare di elencare Fiat, Juventus e Nutella perchè gli altri viaggiatori capiscano da dove veniamo.
Intanto noi continuiamo a passeggiare in questa divertente veste di turisti, tentando di riadattarci alla vita di prima o più che altro tentando di non tornare alla vita di prima.
Il viaggio ci ha sicuramente cambiati e il difficile rientro ancora di più. Siamo combattuti ogni giorno tra il restare e il rimetterci lo zaino in spalla e partire.
Quindi, anche se a volte la curiosità ha la meglio, non chiedeteci ancora cosa faremo da grandi. Le idee e i sogni sono molti, spesso in contrasto tra loro, ma di una cosa sono certa, siamo partiti e tornati insieme e insieme abbiamo il potenziale per realizzare ogni nuovo sogno, con la nostra buona stella che ci guiderà nei prossimi viaggi.