Back in Thailand!!! E questa volta si viaggia in 5, la famiglia è al completo :)
Partenza da Torino ore 9.00 … 24 ore dopo arrivo a Kho Kood. Nel mezzo 10 ore di volo (per una volta diretto da Milano complici le super offerte di Airitaly che con 350 euro a testa ci portano fino a Bangkok). I sedili sono stretti, lo spazio è poco. Abbiamo pagato 60 euro per avere il posto davanti alla culletta di Milo, spesa inutile il piccoletto tenta subito il suicidio liberandosi dalla cintura e cercando di buttarsi giù. Risultato: ce lo teniamo in braccio per il resto del viaggio quando non se ne va a gattonare in giro per l’aereo . La gente ci guarda salire temendo per la loro quiete. Con un pizzico d’orgoglio posso dire che sia all’andata che al ritorno ci hanno fatto i complimenti per questa piccola famiglia di viaggiatori che ha lasciato riposare tutti serenamente.
Atterrati a Bangkok il tempo di respirarne l’aria calda ci siamo fiondati su un minibus che ci aspettava per portarci diretti al molo di Trat.
Alice” Faceva molto caldo e poi abbiamo preso un pulmino che ha guidato 5 ore. In quelle 5 ore ci siamo addormentati come dei ghiri. Poi siamo andati in barca è durato un’altra ora e quando siamo scesi abbiamo preso un furgoncino aperto e ci siamo seduti nel cassone.”
Finalmente, dopo 24 ore, raggiungiamo la nostra spiaggia una delle più remote dell’isola, la spiaggia di Ao Prao dove ci fermeremo per i primi 10 giorni.
Un bungalow a pochi metri dall’acqua, qualche ristorantino dove cenare la sera, una lunga distesa di sabbia bianca e il sole che tutte le sere tramonta nel mare davanti a noi.
Non cercavamo niente di più. Milo a 9 mesi va guardato a vista, gattona ovunque, dalla sabbia all’acqua e vorrebbe assaggiare tutto quello che tocca.
Per fortuna Alice e Pietro sono più che autonomi, li vediamo giocare lontani nell’acqua calda e bassa fino a che il sole non scende nel mare, costruire castelli di sabbia e cacciare conchiglie. Mentre i thailandesi fanno a gara a rapirci Milo per coccolarselo e per fortuna lui non dice mai di no :) così riesco a concedermi anche un rigenerante massaggio sulla spiaggia.
Il sabato decidiamo di unirci all’associazione locale “Trash for heroes” che si occupa di ripulire le spiagge dall’enorme massa di immondizia che viene trasportata ogni giorno dalla corrente in un punto della baia.
Capsule di caffè, sandali, accendini, spazzolini, bottigliette di vetro, bicchieri, cannucce … i bambini danno una mano volentieri e iniziano a metabolizzare la situazione dei nostri mari sommersi di plastica. In poche ore riempiamo decine e decine di sacchi di immondizia :(
Gli ultimi giorni ci spostiamo nella spiaggia più centrale, alla sera, in cerca di un po’ di musica, troviamo un piccolo localino gestito da un simpatico hippie thailandese.
Tutte le sere jam session e il bar autogestito: entri e ti prepari tu i tuoi cocktail o ti servi di Singha/Chang/Leo dal frigo lasciando i soldi sulla fiducia. Milo gattona felice tra i cuscinoni del locale, Alice si coccola un piccolo cagnolino e Pietro si unisce tutte le sere ai musicisti facendosi imprestare qualche strumento.
E’ ora di tornare indietro, salutiamo Kho Kood con un po’ di malinconia, dopo anni di Thailandia possiamo dire di aver trovato una delle nostre isole preferite. Tranquilla, senza macchine di turisti, senza miliardi di beach bar, verde e rigogliosa grazie alle sue cascate e al fiume che la attraversa, con bellissime spiagge e possibilità di dormire anche in romantici bungalow affacciati sul fiume.
Il modo migliore per girarla è sicuramente noleggiando un motorino, noi, con Milo così piccolo, non potevamo, ma un giorno abbiamo preso un pickup che ci ha fatto fare il giro dell’isola. Imperdibile la visita al villaggio di pescatori di Ao Yao. Un piccolissimo paesino galleggiante costruito su palafitte collegate da passerelle dove potersi concedere un ottimo e economico pranzo di pesce e frutti di mare.
Ci aspettano gli ultimi giorni a Bangkok. I bimbi son cresciuti, almeno due :), e mi stupisco della facilità con cui ormai li si può portare in giro. Il sabato li strapazziamo tutta la giornata a Chatuchak il più grande mercato della Thailandia e loro non si lamentano mai anzi ora si divertono a frugare tra le bancarelle di artigiani e provare t-shirt mentre noi ci stupiamo della qualità e design dei loro tessuti e assaggiano il cibo delle bancarelle facendo a gara con me a chi mangia più mango fresco!
Alla sera ancora un mercato, questa volta il Rot Fai Market, e finiamo la serata con un divertente e vertiginoso giro in tuk tuk tra il traffico folle di Bangkok.
Si torna a casa, felici di questa prima esperienza in cinque. Abbiamo scelto come primo viaggio per Milo la Thailandia che si conferma sempre uno dei paesi più facili dove andare con un bimbo piccolo. Cordialità, facilità di spostamenti, mare perfetto per loro, ottimo cibo e tanto relax che era quello di cui avevamo bisogno in questo momento.
Il prossimo viaggio già camminerà e potremo iniziare ad affrontare qualche spostamento in più … e intanto per quest’estate, in suo onore, stiamo iniziando a sognare l’isola di Milo, in Grecia, con il nostro amato furgone :)
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Finalmente è giunta l’ora di viaggiare come si deve con qualche chilo di più sulle spalle e due piccoli viaggiatori al seguito. Destinazione ancora una volta: Thailandia!
Complici delle ottime offerte delle compagnie aeree arabe che con 450/500 euro, fuori stagione, ti portano fino in Asia.
Noi optiamo per la Oman Air. Pietro pare apprezzarne le hostess :), noi apprezziamo lo scalo a Muscat che vince il premio “aeroporto family friendly” offrendo ai passeggeri in transito comodissimi passeggini che ci aiutano non poco durante la nostra sosta. Alice osserva alcune donne coperte interamente da tuniche bianche e ci chiede come mai ci sono dei fantasmi (?!?!).
Dopo dodici ore di volo arriviamo a Bangkok.
Com’è volare coi bambini ci chiedono tutti al nostro rientro? Alice, a tre anni e mezzo, ha superato la fase critica. Felicissima di volare, ma soprattutto di avere per la prima volta un televisore touch screen tutto per sè. Pietro, a 14 mesi, è una gestione più complessa. Per fortuna le hostess se ne innamorano e ci aiutano coccolandoselo a turno. Fondamentale presentarsi al check in con largo anticipo e chiedere i posti con la culletta per il piccolo, per poter riposarsi almeno qualche ora e avere un po’ di spazio per l’area gioco improvvisata ai nostri piedi.
L’impatto con Bangkok, nonostante contiamo che è ormai la quinta volta che passiamo di qui, è sempre eufemisticamente “caloroso”.
Trenta gradi che ti colpiscono appena usciti dall’aeroporto. Pietro la prima notte rischia di sciogliersi (anche se non ha perso neanche un etto!) unica soluzione scappare al mare il prima possibile!
Non prima di aver re-incontrato grazie a Facebook, che ogni tanto serve a ritrovare degli amici reali, un compagno delle medie di Paolo trasferito qui con la famiglia da qualche anno. Vittorio è un regista, dopo aver firmato importanti videoclip, ha preso atto del declino del mercato italiano e si è buttato in una nuova avventura. E’ felicissimo di lavorare in Asia, ha una famiglia splendida e ci ha fatto conoscere degli ottimi ristoranti incuriosendoci con i suoi racconti da Expat. Ci siamo dati appuntamento il prossimo anno per una serata su qualche roof top bar di Bangkok, esperienza che ancora ci manca. Ironia della sorte abbiamo scoperto di aver vissuto per anni a Torino come vicini di casa e invece è molto più probabile che ci si riveda i prossimi anni nei nostri passaggi a Bangkok!
La nostra destinazione è l’isola di Koh Kradan, nelle isole di Trang. Prendiamo un volo, un minivan e una barca … ma appena vediamo il colore dell’acqua pensiamo che ogni spostamento è valso la pena!
Koh Kradan è un’isola dove non c’e’ nulla, nessun villaggio, nessun abitante, solo sette resort (purtroppo la maggior parte parecchio cari!), due spiagge e una foresta in mezzo.
Noi abbiamo solo bisogno di un bungalow vista mare, qualche bambino con cui socializzare, dei ristoranti dove scassarci di Pad-Thai (noodle thailandesi), qualche buon libro, la birra fresca, l’acqua calda in cui potersi tuffare ad ogni ora del giorno e una barriera corallina a 200 mt di distanza per nuotare in compagnia di milioni di pesciolini. Ci aggiungiamo anche due djset improvvisati con la mia musica sulla spiaggia per ravvivare qualche serata!
Incontriamo altri viaggiatori, famiglie che trascorrono qualche mese in giro per le isole e raccogliamo informazioni preziose per viaggi futuri. Ci facciamo allettare dall’idea di spostarci in un’altra isola.
A sole due ore di barca dista Koh Lipe, al confine con la Malesia. Qualche anno fa se ne parlava come la nuova “Phi Phi Island”, era la nuova isola paradisiaca da esplorare. Purtroppo sappiamo che il turismo di massa è già arrivato anche lì, ma tutti ci dicono che è comunque un turismo rilassato e che l’isola merita effettivamente una visita. Visto che sicuramente non può che cambiare sempre di più e in peggio e visto che non dista molto, decidiamo di andarla a visitare.
Non rimaniamo delusi. Intravediamo come poteva essere l’isola solo qualche anno fa, ma ci facciamo comunque ammaliare dal suo mare dai colori verdi/blu e dalla sabbia bianca e morbida, con cui i bambini si infarinano in continuazione. L’isola è sfruttata, troppe troppe barche, ma troviamo comunque il nostro angolo di mare incantevole e deserto e ci godiamo la spiaggia con i suoi ristorantini dove mangiare alla sera con i piedi nella sabbia, sorseggiare Chang e Singha, mentre i bimbi giocano in attesa della cena.
Incontriamo parecchi pensionati italiani che decidono di svernare da anni da queste parti e sogniamo un giorno di seguire le loro orme. Notiamo anche come siano aumentati, rispetto ai nostri viaggi precedenti, i ristorantini italiani, troppa gente in fuga in cerca di uno stile di vita migliore.
Abbiamo imparato negli anni a rallentare sempre di più i nostri ritmi di viaggio, a non avere la frenesia di mettere bandierine su mille posti diversi, ma a goderci l’atmosfera lenta un posto alla volta, un viaggio alla volta. Con due bimbi al seguito rallentiamo ancora di più, tutti e quattro necessitiamo di più tempo per adattarci ai luoghi, rilassarci noi, ambientarsi loro, divertirci tutti :).
La Thailandia si conferma sempre una scelta adattissima coi bimbi al seguito. Un paese facile da girare, con tantissimi mezzi di trasporto per qualsiasi destinazione a qualsiasi ora, con ottimo cibo e con i thailandesi che ti aiutano di continuo giocando felici con i nostri figli. Certo non è la meta più esotica da esplorare, ma viaggiare con Alice e Pietro è già di per sè un’avventura e noi, ora, non abbiamo bisogno d’altro. Fargli scoprire nuovi mezzi di trasporto, camminare in mezzo ai mercati enormi di Bangkok, mangiare spiedini (spigolini come li chiama Alice) alle bancarelle, vivere nudi sulla spiaggia, giocare con bimbi di qualsiasi nazionalità, iniziare a mettergli un piccolo zainetto sulle spalle è sufficiente a renderci felici!
Ci rendiamo conto che non dobbiamo avere fretta, ad ogni età corrisponderà il giusto viaggio, adesso per loro è importante passare del tempo con noi e viceversa, non sono ancora pronti a mille spostamenti e luoghi di cui non ricorderebbero molto. Gli rimarranno impresse delle sensazioni, e per noi è stato bellissimo vederli unirsi in questa vacanza, insabbiarsi insieme di giorno e rincorrersi la sera nel bungalow per poi crollare vicini sul loro letto improvvisato con un materasso a terra.
Son state solo due settimane, ma intense. I bambini ti riempiono la vacanza, non esistono tempi morti e per una volta il tempo non è volato, ma si è dilatato in emozioni quadruplicate. Siamo tornati negretti, in qualche modo riposati e con la testa piena di sogni pronti a decollare!
Riprendiamo il resoconto dei nostri primi viaggi in famiglia …
Dopo le prime esperienze di viaggi a tre in furgone è giunta l’ora, anche per sfruttare il fatto che i bambini non pagano il volo aereo fino ai due anni d’età, di portare Alice dall’altra parte del mondo.
Non smetteremo mai di ringraziare a dovere i nonni per la prima grande occasione: un viaggio con tutta la famiglia a New York!
Agosto 2012, Alice ha 10 mesi ed è pronta a gattonare nei parchi della Grande Mela :)
Prenotiamo il volo, rigorosamente notturno per facilitare a tutti il viaggio, ci assicuriamo che la compagnia aerea le riservi la culletta da agganciare alle prime file di sedili dell’aereo, affittiamo un appartamento che ci sembra più pratico e … via si parte!