Nel sud dell’Olanda c’e’ un piccolo paese di nome Landgraaf, sconosciuto alla maggior parte delle persone che solitamente si recano nei Paesi Bassi per visitare Amsterdam o altre località più note. Del resto non ci sono particolari motivi per recarsi a Landgraaf, classico paesino dove tutto sembra scorrere lento e tranquillo, dove le casette a un piano sono tutte uguali, il pratino perfettamente tagliato e niente di speciale pare accadere.
Ma dal millenovecentosessantanove, per tre giorni all’anno, qualcosa di unico, che merita senz’altro una visita, accade a Landgraaf.
60.000 persone si recano in questo remoto paesino e risvegliano la popolazione locale al suono della musica rock. Si chiama PINKPOP FESTIVAL e da quarant’anni porta il meglio della musica rock mondiale.
Noi siamo arrivati con un treno dalla Germania Sabato 30 maggio. Nella piccolissima stazione del paese stavano montando le casse per accogliere gli arrivi con le prime note che ci avrebbero accompagnato per i restanti giorni.
Tre giorni di musica per tutti i gusti distribuita su tre palchi: il “Boss” con il suo folk/rock, le chitarre stratosferiche dei Franz Ferdinand, l’energia dei Placebo, lo storico ska dei Madness, la carica dei Killers, il revival di Chris Cornell, da brividi quando ci regala “Black hole sun” e “Spoonman”, la classe dei Mando Diao, il pop/rock dei Kooks….
Campi da calcio invasi da tende (ma in Italia ci farebbero mai picchettare un campo da calcio!?!), sole ustionante per la bianca pelle degli olandesi, stand pronto soccorso con massaggi refrigeranti offerti da infermiere Coca-Cola, cappellini “pink” a colorare il prato di rosa, personaggi stravaganti, bambini, giovani e meno giovani veterani delle primissime edizioni, gente pacifica e presa bene.
Una ruota panoramica per gustarsi un cocktail dall’alto, wurstel fritti, patatine, cibo da ogni parte del mondo e fiumi di birra.
Un’organizzazione perfetta, bagni sempre puliti a qualsiasi ora del giorno e della notte (strano non vedere il solito immigrato a pulire i cessi, ma normali famiglie olandesi le stesse che servono i cibi nelle numerosissime bancarelle) e un’attenzione particolare per l’ambiente.
Ogni venticinque bicchieri di plastica riconsegnati, 5 euro di consumazioni regalate. Memori del ”picking flower” neozelandese, ci dedichiamo, con molta più facilità, al “picking glass” e ci paghiamo, con pochissimo sforzo, un po’ di cenette e birrette. Il “lavoro” meglio pagato che mi è capitato di fare in vita mia, mi chiedo quanto sia grossa l’industria del riciclaggio (non di denaro!!) in Olanda per poter permettersi un meccanismo del genere per il quale il Pinkpop si è guadagnato, meritatamente, l’enviromental award tra i festival europei.
Al di là della musica RocknRolla che ci ha fatto ballare per tre gioni, è l’atmosfera del festival che è indimenticabile. Ci piace dormire in mezzo ad una miriade di persone provenienti da ogni dove accompagnate dalla stessa passione, ci piace risvegliarci al suono di una chitarra che vibra, ci piace vedere gente di ogni età cantare sotto lo stesso palco, vivere di solo musica per tre giorni. E’ per questo che abbiamo deciso, almeno una volta all’anno, di andare a cercare di nuovo quest’adrenalina e di scoprire i numerosi festival che l’Europa ci offre.
“Are we human? Or are we dancer?”
The Killers
3 Comments
bello ritrovare di tanto in tanto i resoconti dei vostri viaggi….!
meraviglioso ,sono felice di vedere che il vostro entussiasmo continua nonna
Nessun dubbio: i Killers sono er meio, no? Avevano il palco con le palme?
La regina del Pop non ha deluso le nostre aspettative, anzi… Poi vi raccontiamo!
Bon bovayge!