Le voci narranti del rock
Era l’estate di due anni fa, anno 2006. Una serata in un locale torinese dove, vista l’imminenza del Traffic, per l’occasione selezionava musica uno degli organizzatori del suddetto festival. Entro nel locale e l’organizzatore mette il disco dei The Raconteurs, quell’anno in uscita con il loro primo album Broken Boy Soldier.
Scambio due chiacchiere complimentandomi per la selezione e il “dj” mi dice che quello per lui era l’album dell’anno.
Peccato che i Sex Pistols, che hanno suonato al Traffic venerdì sera, fossero disco dell’anno nel 1976 … mentre i The Raconteurs hanno suonato martedì scorso presentando il nuovo album, per la prima volta in Italia, allo Spaziale Festival.
C’e’ chi non è venuto lamentandosi per il prezzo del biglietto, per me sono stati i 25 euro meglio spesi di questa stagione musicale. E aggiungo un’altra cosa: sono molto felice, per una volta, di non aver dovuto pagare oltre al costo del biglietto la solita trasferta milanese in direzione Alcatraz o Rolling Stones, con tanto di benzina, casello ed eventuale rustichella al ritorno all’autogrill di Novara.
La buona musica si paga, i prezzi per gruppi di tale livello non sono mai inferiori a queste cifre, anzi, all’estero costano molto di più, non abbiamo proprio di che lamentarci questa volta. Senza contare che, per i più feticisti e gli amanti dei ricordi, il merchandising del festival, ha dei prezzi veramente irrisori: una maglietta 6 euro con grafica super stilosa, cosa volete di più?
Spaziale Festival è un festival che cammina con le proprie gambe, che da anni ci istruisce musicalmente portando gruppi che altrimenti non avremmo modo di conoscere, che lotta per sopravvivere cercandosi i propri sponsor e non facendo affidamento solo sui finanziamenti comunali.
Al contrario di altri festival, non credo servano i nomi, che, solo dopo aver avuto tagli nei finanziamenti, si sono sbattuti a trovare sponsor a sostegno della propria manifestazione.
Ma ora parliamo della musica. Un concerto consacrazione della musica Rock, Jack White e soci in splendida forma a divertirsi sul palco. Un’energia incredibile, le chitarre perfette, le voci in piena sintonia, sembrava a tratti di sentire i Led Zeppelin o i Rolling Stones.
Se esiste una definizione di Rock per me oggi si traduce in The Raconteurs.
Loro sono le voci narranti del rock di oggi, quel rock semplice, pulito, vibrante, energico che non può non farti ballare.
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di vedere in concerto i White Stripes e avevo pensato che Jack White fosse un genio assoluto, lo ribadisco e ora sembra che abbia trovato la perfetta dimensione di band per esprimere al meglio ciò che solo lui può creare con la sua chitarra e la sua voce unica.
Grazie a Spaziale Festival per aver risollevato l’estate torinese con un programma veramente degno di un festival musicale di livello europeo.
2 Comments
…e anche lo Spaziale è finito… cmq, d’accordissimo con Cri: la buona musica s’haddapagà. I musicisti lo faranno per vocazione, ispirazione, talento, ma devono mangiare, no?? E poi con la pancia piena ci si ispira meglio, a volte.
Baci
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