Non si smette mai di imparare…
E si`, e`proprio vero, non si smette mai di imparare, anche dopo cinque mesi di viaggio. Di storie di altri viaggiatori ne abbiamo sentite tante, sfortune, distrazioni, semplici furti o assalti per strada, ma per ora la dea bendata e molta attenzione ci avevano sempre aiutato. Purtroppo non è semplice dopo mesi di viaggio tenere sempre alto il livello di attenzione e alla minima distrazione c’è qualcuno pronto dietro l’angolo ad aprofittarsene.
Ci spiace sia dovuto capitare proprio sull’isola di Omepete che tanto ci ha affascinato. Alla finca abbiamo dormito in una stanza dormitorio e , complice forse il fatto che le prime notti il dormitorio fosse vuoto, e quindi riservato a noi, e l’atmosfera rilassante del posto, abbiamo commesso un’imprudenza lasciando il cellulare nella stanza a portata di mano.
In realta’ il cellulare ce lo siamo portati dietro solo in caso di emergenza e il suo massimo utilizzo fin’ora era stata la sveglia.
E così l’ultima sera prima di partire ci siamo resi conto che il cellulare era sparito. Il giorno seguente ci siamo svegliati presto e abbiamo iniziato a controllare bene tutto il nostro equipaggio, ma dopo un’ora di ricerca abbiamo dovuto tristemente ammettere che la nostra disattenzione era stata punita: qualcuno ci aveva rubato il cellulare.
Che potesse succedere è una cosa che avevamo messo in conto in un viaggio del genere e sicuramente è stata colpa nostra l’aver abbassato la guardia, ma mai avremmo immaginato in quale situazione paradossale ci saremmo trovati da lì a qualche ora per colpa di un semplice furto di cui siamo stati vittime.
È importante menzionare, per spiegare meglio la disavventura, che mentre cercavamo il cellulare in ogni dove, Pablo ha trovato presso i bagni della finca una di quelle cinture da viaggiatori piena di soldi abbandonata vicina a una delle docce. Dopo aver verificato che all`interno non ci fossero documenti di appartenenza, abbiamo immediatamente consegnato il tutto alla reception in modo che fosse resa al proprietario.
A quel punto dopo esserci resi conto che non c’erano più posti dove cercare, abbiamo dovuto arrenderci all`evidenza e ripartire per la prossima tappa. In attesa del bus che ci avrebbe condotto al porto abbiamo iniziato a riflettere sulle possibili persone che potevano aver preso il cellulare (il dormitorio era abitato da altre cinque persone l`ultima notte) e abbiamo iniziato a sospettare di una coppia di nicaraguensi.
Caso vuole che mentre aspettiamo il bus proprio la coppia nica si avvicina per prendere lo stesso mezzo. Decidiamo di provare a chiedere se hanno per caso visto qualcosa di strano nel dormitorio, per provare a capire dalla loro reazione se la nostra tesi fosse fondata. Il nica, d’ora in poi lo chiameremo così, reagisce in maniera un po’ confusa non rispondendo alle nostre domande e dicendoci immediatamente che anche lui ha subito un furto di 30 dollari. Capiamo allora che la cintura con i soldi che avevamo ritrovato era sua, gli chiediamo di spiegarci quando sono spariti i soldi e gli spieghiamo del nostro ritrovamento, stupendoci alquanto per il fatto di non essere stati neanche ringraziati per avere consegnato il tutto alla reception. Insomma per farla breve non ci convince per niente, anche se purtroppo provare un furto non è cosa semplice, ma la rabbia e la voglia di tentare il tutto per tutto per ritrovare il cellulare, essendo una delle poche cose di “valore” con cui viaggiamo, ci spingono a chiedere al nica se non è un problema mostrarci il contenuto del suo zaino, pensando che se non avesse commesso nulla di male non avrebbe avuto problema a farlo e chiedendolo nella maniera più cordiale possibile.
Il nica non si mostra per niente disponibile, ma alla fine cede e chiedendoci di entrare nel retro di un ostello vicino alla fermata del bus ci apre lo zaino facendoci vedere solo parte del contenuto. Ovviamente non abbiamo il diritto di frugare noi, nè tantomeno di svuotargli le tasche, pertanto il dubbio rimane. Inoltre, cosa che ci stupisce parecchio, il nica nell`aprire lo zaino decide di mostrarci il contenuto di un sacchetto pieno di marjuana e ci spiega di essere, oltre a un tour operator, un narcotraficcante.
Subito non capiamo il perchè abbia dovuto farci questa rivelazione, pensiamo forse per spaventarci.
Arrivati a destinazione con il bus, gli chiediamo dove fosse la stazione di polizia spiegandogli che avremmo dovuto sporgere denuncia contro ignoti per tentare di recuperare qualche soldo dall`assicurazione. A quel punto il nica inizia a dire che anche lui deve andare alla polizia per il furto degli 80 dollari (sì avete capito bene, l`inflazione ne aveva già triplicato il valore), ma che prima bisognava telefonare alla finca perchè il proprietario sarebbe, secondo lui, dovuto venire alla polizia con noi.
Incominciamo a non capire cosa intende fare, perchè vuole coinvolgere la finca. Pablo ascolta parte della telefonata e percepisce qualcosa di strano, il nica ha deciso di rivoltare la frittata accusando noi per il presunto furto dei suoi dollari!!
Increduli, ma fiduciosi che nessuno potesse dargli retta, ci dirigiamo alla polizia per la nostra denuncia.
Il nica ci segue e giusto in fronte all´ufficio della polizia (due stanze con una scrivania, televisiore e stereo) ci minaccia dicendoci che i suoi dollari sono marcati (molte banconote prese da gli scambisti sono effettivamente segnate, ma poteva identificare anche qualsiasi segno come il suo) e che li rivuole indietro aggiungendo di aver amici nella polizia e che quel giorno nessuno se ne sarebbe andato dall´isola.
Non gli diamo retta ed entriamo nell´ufficio. Raccontiamo l´accaduto ad un agente e riusciamo ad ottenere la nostra denuncia, ovviamente a carico di ignoti. Dopo un’ora passata a compilare il formulario, tra una “gag” e l’altra dell’agente, pensando di aver terminato e di poter finalmente prendere la barca facciamo per alzarci, ma il poliziotto, dopo aver sentito la storia del nica che sostiene che visto che noi abbiamo sospettato di lui, ora lui sospetta di noi per il suo presunto furto, ci chiede di mostrargli i soldi che abbiamo con noi. E qui Pablo decide di correre un rischio, gli mostra i cordoba che tiene in un marsupio e nega di aver anche dei dollari, mentre in realta´nascosti nello zainone abbiamo ancora un centinaio di dollari che usiamo solo in casi di emergenza. Tutto questo perché, visto come stavano andando le cose, temevamo che il poliziotto, una volta visti i dollari, ne avrebbe consegnati 80 al nica e tenuto il resto per sé. Ma non finisce qui, non contento nonostante abbia visto che paghiamo coi cordoba e preleviamo con la carta di credito sempre moneta locale, il poliziotto inizia a perquisirci tutti gli zaini.
Siamo allibiti, abbiamo al nostro fianco un narcotraficcante che probabilmente ci ha derubati e invece siamo noi a dover essere perquisiti!!
Per fortuna, grazie a qualche abile mossa di Pablo, i dollari non saltano fuori e dopo aver rispiegato per l´ennesima volta che se volevamo rubare i soldi certo non avremmo riconsegnato il marsupio alla reception, finalmente, dopo aver perso le tre barche del mattino, possiamo andare. E una volta usciti da lí tutto ci é piú chiaro, del telefono ci importa meno (spiace solo il fatto che fosse un ricordo del mio lavoro olimpico e l´aver perso qualche numero) e siamo solo contenti di non aver dovuto pagare una mazzetta ben piú grande alla polizia locale.
Superata la tensione del momento, dovuta più che altro all’impossibiltà di far valere i nostri diritti e al sentirsi totalmente nelle loro mani, ci rimane l’amaro in bocca, soprattutto perché il fatto é capitato in un posto che riteniamo tuttora meraviglioso. Abbiamo, pero’, imparato una nuova lezione che sicuramente non dimenticheremo!
12 Comments
Urca, mi sa che ve la siete vista brutta, altro che obiettivi recuperati in signorili appartamenti di Borgo San Paolo ;o))
Mi raccomando, smettete di giocare a Geronimo Stilton e siate prudenti. Non fateci stare in pensiero, neh???
Un bacio,
Clau
Se vi servono aiuti per le indagini, noi stiamo arrivando.
Mi spiace Mazi per il cell. Secondo me, però, siete nel posto giusto del mondo per metabolizzare un irritante furto.
A presto, nel senso di “a presto”.
brrrrr….!!!mi vengono i brrrrividiiiii….!
vi ci voleva bota, avrebbe dato a tutti una bella lezione…vedi tele-obiettivo di Boz qualche anno fa..fate cisti ;-)
ma allora è vero: tutto il mondo è paese! i furbastri ci sono proprio ovunque, a maggior ragione se sono …legalizzati! Occhio ragazzi. baci
don’t worri to continue yours trip be haPPY GRANDMOTHER
Cris è andata ancora bene posso mandarti un nuovo telefonino e dopo le tedesche…massima allerta ! Love Mia
Risponde la segreteria telefonica di Bota. Attualmente non sono in studio, mi trovo su un volo diretto Caselle-Omepete per sistemare una questione urgente con un presunto narcotrafficante indiziato di furto. Si prega di lasciare un messaggio dopo il bip.
MR. WOLF is coming. ^__^
Fidarsi ciecamente della giustizia, rende orbi… in Italia come – e forse peggio – in Sud America. Esistono vie più tranquille: kill the nica ;-)
La scena dei dollari, mi ricorda quando sono entrato nel tempio di Kandi dopo perquisizione e metal detector, passandomi il coltello da una mano all’altra… o la radiolina di Fantozzi alla proiezione della Corazzata Potemkin, fate voi.
Buena sorte, ciao.
Mi raccomando, occhi aperti!
Tra l’altro: mi è capitato di parlare del vostro blog a qualcuno, qui a dublino, e c’è già chi ha preparato la lettera di dimissioni per seguire i vostri passi.
Vuoi vedere che, grazie a voi due, si liberano nuovi posti di lavoro?
Vi seguo sempre, suerte!
posso venire insieme a bota???????
risolviamo in 2 ;)
paolo sei stato un grande a non farti beccare i dollari…
baci cugini…
liba
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